Peschereccio a picco, comandante indagato

Il Riccardo T semiaffondato nella notte a Ca’ Roman. La Capitaneria: «Non era in condizione di condurre l’imbarcazione»



Brutta avventura, per fortuna a lieto fine, per l’equipaggio del motopeschereccio chioggiotto “Riccardo T. ” che, poco dopo le due di notte di giovedì, si è arenato in una secca in laguna imbarcando acqua dopo aver colpito un oggetto, probabilmente una delle bricole che costeggiano il canale nei pressi dell’isola di Ca’ Roman. Che ci fosse qualche problema a bordo del peschereccio era parso subito evidente nella sala comando della Capitaneria di Porto di Chioggia, visto che il tracciato del gps, di cui sono dotati tutti i natanti della flotta chioggiotta, mostrava una rotta quanto meno anomala della barca che, di fatto, stava procedendo quasi a zig-zag nel tratto di mare adiacente il litorale di Pellestrina.

Anomalia segnalata anche da altri pescherecci che si trovavano in zona e, a quel punto, dalla sala comando della Capitaneria di Porto è partita una richiesta di chiarimenti per l’andatura strana della barca, chiedendo al comandante del “Riccardo T. ”, Elio Nordio detto Tina, se avesse bisogno di aiuto. Questi però, a quanto pare, avrebbe negato, via radio, l’esigenza di soccorso, dicendosi in grado di rientrare tranquillamente a Chioggia, anche se la posizione dichiarata non corrispondeva affatto con il tracciato del gps che individuava l’imbarcazione non nei pressi delle bocche di porto di Chioggia, come dichiarato da Nordio, ma vicino al porto di Malamocco da dove, infatti, è rientrato in laguna per far rotta verso Chioggia.

Vista la situazione la Capitaneria di Porto ha comunque allertato le motovedette della Guardia Costiere. Nel frattempo, però, il drammatico epilogo: il peschereccio ha incominciato a imbarcare acqua prima di appoggiarsi in una secca della laguna.

Sul posto anche il mezzo di vigilanza del Mose che ha raggiunto il peschereccio assieme alla motovedetta “CP 826” . Un marinaio era finito in acqua ed è stato prontamente recuperato, un altro si trovava in coperta, mentre il comandante era rimasto all’interno della cabina e si è dovuto rompere un vetro per poter portare in salvo il Nordio, che appariva in stato confusionale ed è stato quindi portato all’ospedale di Chioggia per alcuni accertamenti, anche se non corre pericolo di vita.

«Sono stati aperti due fascicoli» fanno sapere dalla Capitaneria di Porto «Uno di carattere amministrativo e un altro di carattere penale, in quanto è risultato che il comandante non era nelle condizioni di condurre l’imbarcazione».

Gli inquirenti naturalmente adesso dovranno accertare quali siano le cause che hanno indotto Elio Nordio a non essere in grado di pilotare il proprio natante, visto che si tratta di un pescatore con molti anni di esperienza alle spalle.

Il “Riccardo T. ” era già balzato agli onori delle cronache nel 2003 per aver casualmente catturato con le proprie reti uno squalo elefante di ben otto metri che attualmente si trova imbalsamato nella sala d’accoglienza del museo di zoologia adriatica “Giuseppe Olivi” , a palazzo Grassi. Lo stesso peschereccio, il 25 aprile scorso, aveva pescato in mare una scala lunga cinque metri che, probabilmente, apparteneva al relitto di una nave affondata. La famiglia Tina vive di pesca da generazioni ed è molto conosciuta in città per la sua attività.

Per la marineria chioggiotta, invece, un anno pieno di problemi. È di qualche settimana fa l’affondamento di una vongolara che, di fronte al litorale del Lido, aveva fatto naufragio dopo aver colpito il tronco di un enorme albero. —



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