Pesca, non resta che rottamare le barche

CAORLE. Settore ittico sempre più in crisi, a “salvarlo” ci pensa la rottamazione. Dopo anni di normative e regolamenti che hanno messo in ginocchio la pesca anche nel litorale veneto, la soluzione sembra essere rimasta quella della demolizione della barca, soprattutto per la piccola pesca. Per chi attendeva solo la sottoscrizione del decreto, quel giorno è arrivato lo scorso 29 dicembre, quando il ministro Mario Catania ha disposto l’approvazione di uno specifico bando mirato alla rottamazione delle imbarcazioni venete della piccola pesca. Quattromilioni di euro la cifra richiesta dall’assessore Franco Manzato lo scorso giugno e approvata dalla giunta regionale come supporto alla riorganizzazione e ristrutturazione della flotta veneta nel suo insieme: ora, dopo il via del ministro, si tratta solo di compilare i documenti e aspettare una risposta. A fare la fila ci sta anche la marineria di Caorle, dove le imbarcazioni in lista per la rottamazione a contributo agevolato sono una decina e il numero è destinato ad aumentare. Ne sono convinti i pescatori in prima persona che, nonostante il rammarico di dover prendere una decisione amara, per molti rappresenta l’unica via d’uscita. «L’eccessiva burocrazia richiesta per il rilievo del pescato ci impone di avere delle conoscenze che spesso non abbiamo e strumenti costosi», spiegano alcuni componenti della flotta di Caorle, «alcuni di noi si sono ritrovati a fare i conti con multe salatissime solo per aver confuso le caselle di inserimento dei quantitativi. Questo, aggiunto al caro gasolio, ai limiti per pescare dalla costa e alle dimensioni delle maglie delle reti, ha portato molti di noi a trovare come unica soluzione di sopravvivenza quella di “rottamare” i sacrifici di una vita». A malincuore ma con cognizione di causa lo dichiara anche il sindaco di Caorle Luciano Striuli che, nonostante gli sforzi fatti in sede di Commissione Pesca dell’Unione Europea per l'avvio della procedura finalizzata alla modifica del regolamento, sa che uno dei principali problemi resta quello del caro gasolio. I problemi, per Caorle, si moltiplicano se si pensa al nuovo mercato ittico e al denaro speso per il suo completamento, non ancora del tutto avvenuto. «Confido, perché non si riduca ulteriormente un settore tradizionale della nostra economia», dice il sindaco, «che la soluzione del problema pesca sia in quest'ottica positiva e non solo in quella della rottamazione».
Gemma Canzoneri
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