Pesca di frodo nei canali nel Basso Piave è allarme

San Donà. Bande di rumeni catturano 150 chili di pesce e molluschi a settimana La polizia ha sequestrato 1.200 metri di reti. La Fipsas: rischio spopolamento

SAN DONA'. Pesca di frodo, allarme della Fipas dopo le ultime denunce. A Fossà, lungo il canale Grassaga, la polizia metropolitana ha da poco sequestrato 1.200 metri di reti e denunciato tre giovani rumeni sanzionati con 6 mila euro complessivi. Ma il responsabile provinciale Fispas, e consigliere comunale a San Donà, Costante Marigonda, lancia l’allarme in tutto il territorio del Basso Piave e fino al litorale di Jesolo, Eraclea e Cavallino.

Il nostro pesce è a rischio. Si teme che ogni settimana spariscano in media dai 100 ai 150 chili di pesce dai nostri canali. Senza contare quello preso in mare sempre di nascosto, soprattutto nella stagione estiva quando sono prese di mira lagune e valli per i pesci e i molluschi che vi allignano.

Ma è nei canali che adesso si rischia concretamente lo spopolamento della fauna ittica, anche a causa di poca acqua che scorre in molti alvei, e poi l’inquinamento che si allarga purtroppo ogni anno.

«Basti pensare», spiega Marigonda, da anni attivo nella federazione Fipsas della pesca con azioni mirate di ripopolamento, «che nei giorni scorsi nella zona del Loncon a Meolo abbiamo eseguito una “asciutta”, come si dice tecnicamente, e preso del pesce da un corso quasi privo d’acqua per portarlo in un altro canale in cui c0era acqua in abbondanza. In tutto abbiamo spostato 150 chili di pesce. Ebbene, queste sono le quantità che facilmente le bande di predoni portano via nel giro di una notte. Pesce che poi viene esportato e rivenduto», aggiunge, «soprattutto al mercato francese. Pesce che nuota nei nostri canali e che stiamo perdendo quasi senza accorgercene con questo ritmo dei furti. Carpe, tinche, cavedani, scardole, barbi e una fauna ittica tra le più varie che è davvero a rischio a causa dell’uomo. O meglio di queste bande che arrivano da paesi dell’Est per prendere enormi quantità di pesce e rubarle. La polizia provinciale e metropolitana», conclude preoccupato, «ha intensificato i controlli notturni assieme ai volontari e siamo tutti schierati per cercare di prendere questi predoni prima che posino le loro reti. Non sarà facile, ma dobbiamo presidiare tutto il territorio dal Basso Piave al litorale e per fortuna, grazie a questa azione congiunta, ci stiamo riuscendo con sequestri e denunce che devono servire da deterrente, in aggiunta alle segnalazioni dei cittadini».

Il rischio concreto è infatti lo spopolamento dei corsi d’acqua, già gravemente minacciati dall’inquinamento, dagli scarichi abusivi di rifiuti, dai periodi di siccità. I canali rischiano di diventare degli scoli vuoti e senza vita.

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