Perizia su Sacca San Mattia Il pm: una discarica illegale

MURANO. Avrebbe costituito una discarica non autorizzata, accumulando rifiuti pericolosi. Questa l’accusa che il pubblico ministero Francesca Crupi ha mosso all’imprenditore trevigiano Giuseppe Severin, che da poco meno di una decina d’anni gestisce Sacca San Mattia a Murano con la «Società gestione sacche srl» (Sgs).
Ieri, il magistrato, alla presenza del difensore dell’indagato, l’avvocato Pier Vettor Grimani, ha incaricato un perito di svolgere una consulenza per stabilire il tipo e la pericolosità dei rifiuti stoccati in Sacca San Mattia. A scoprire la discarica, alcuni mesi fa, erano stati i militari della Guardia di finanza del Reparto operativo aeronavale, che hanno posto sotto sequestro l’area. Si tratta di 40 mila metri quadrati inizialmente adibiti allo stoccaggio dei detriti edili, insomma là arrivavano le barche per scaricare le macerie delle numerose imprese che nel centro storico e nelle isole intervengono per ristrutturare case e palazzi.
In realtà, lo scorso anno, quando la Guardia di finanza era intervenuta aveva scoperto che non c’era soltanto materiale da demolizione, bensì motocicli, accumulatori al piombo, rifiuti ferrosi, olii esausti, tutti rifiuti indicati come pericolosi. Non solo: i vertici della «Sgs» non avevano l’autorizzazione di tenere i detriti edili, ma avrebbero dovuto raccoglierli per poi spedirli in una discarica in terraferma, dove avrebbero dovuto pensare al riciclaggio. Questo, almeno stando agli accertamenti delle «fiamme gialle» non sarebbe avvenuto. Ora, il perito nominato ieri dovrà rispondere ai quesiti a lui posti dalla rappresentante della Procura e stabilire con esattezza quali tipi di rifiuti sono presenti, la loro pericolosità anche per l’acqua della laguna oltre che per l’isola di Murano.
Nel 2006, quando Severin, presidente di «Tecnoecology» di Paese, era arrivato a Murano acquisendo Sacca San Mattia assieme ad altri imprenditori trevigiani aveva spiegato di aver investito per avviare l’iniziativa. «Sgs», aveva sostenuto allora, «è da anni l’unico riferimento per il ritiro, il riciclo e il recupero del materiale per l’edilizia.
«La nostra», aveva aggiunto il socio, Giorgio Bonotto della «Prebag» di Dosson, «non sarà soltanto una fornitura, ma anche produzione di materiali in opera, solai prefabbricati, ferro lavorato per strutture in cemento armato. Da tempo, Sacca San Mattia era chiusa e inattiva, con l’intervento della «Sgs», nel 2006, aveva ricominciato ad accogliere le barche con il materiale di risulta del lavoro dei numerosissimi cantieri veneziani. L’anno scorso, però, i finanzieri hanno chiuso nuovamente la discarica perché fuori legge.
Giorgio Cecchetti
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