Perde 90 mila euro in borsa la banca lo deve risarcire

Camponogara. Cliente aveva investito il suo patrimonio su consiglio del direttore La Corte d’appello ha condannato l’istituto di credito a restituire il denaro
Di Alessandro Abbadir
BASCHIERI PROZZOLO DI CAMPONOGARA . ESTERNO BANCA DEL VENEZIIANO. 08-01-08 LIGHT IMAGE
BASCHIERI PROZZOLO DI CAMPONOGARA . ESTERNO BANCA DEL VENEZIIANO. 08-01-08 LIGHT IMAGE

CAMPONOGARA. Banca del Veneziano condannata a risarcire 180 milioni delle vecchie lire agli eredi di un ex cliente. Questa la sentenza della Corte d’Appello di Venezia che ha confermato in sede civile la condanna già emessa in primo grado.

La vicenda è quella di Bruno Scanferla che a 78 anni nel 1999 si era recato nella filiale di Camponogara della Banca del Veneziano chiedendo consigli su come gestire un patrimonio personale di 250 milioni di lire. L’uomo fu consigliato dal direttore dell’epoca della filiale, Flavio Troldi, a investire in Unit Linked. Si trattava, questo è quanto sarebbe stato riferito a Scanferla dalla banca, di obbligazioni legate alle assicurazioni. Cinque anni dopo nel 2004, Scanferla, ormai 84enne, seguendo ancora un’indicazione della banca stessa, varia il suo investimento. Tecnicamente opera uno “switch”. Il pacchetto viene diviso: 70% sono azioni e il 30% obbligazioni. Fino a qui tutto normale, operazioni di finanza che possono apparire ai più consuete. Anche allo stesso Scanferla. Almeno fino al 2005. È in quell’anno che scopre di aver perso ben 170 dei 250 milioni di vecchie lire che aveva investito inizialmente. L’uomo, sconvolto, si precipita in banca a chiedere spiegazioni, senza però ottenere risposte convincenti. A quel punto decide di intraprendere un’azione legale, e fa causa alla Banca del Veneziano per ottenere un risarcimento. Ma, poco dopo aver avviato la causa, muore. I figli non demordono, e portano avanti l’azione civile intrapresa davanti al Tribunale di Venezia.

Nel 2009 la prima vittoria: i giudici condannano la banca a risarcire la somma persa nelle operazioni finanziarie. Il Tribunale ha poi spiegato nelle motivazioni della sentenza che la condanna è arrivata perché l’istituto di credito oltre a non aver fatto un profilo finanziario del cliente, non aveva adeguatamente informato Scanferla dei rischi che avrebbe corso con quell’operazione. È stato poi appurato dalla Procura che le Unit Linked non erano obbligazioni, ma un prodotto finanziario.

Qualche giorno fa è arrivata la seconda mazzata per l’istituto di credito, con la conferma della condanna in Corte d’Appello. «Si tratta», spiega il legale della famiglia Scanferla Pascale De Falco «di una bella vittoria che gli eredi vogliono dedicare alla memoria del padre». Da parte dei nuovi vertici della Banca del Veneziano arriva invece una reazione sorpresa «Non ero a conoscenza», spiega il presidente dell’istituto di credito Francesco Borga, «di questo fatto, chiederò spiegazioni al nostro ufficio legale già lunedì prossimo».

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