"Perché Maritan era ancora libero e armato?"

Il sindaco di San Donà, Andrea Cereser, parla del dolore della città. Ma pone una domanda: "Nonostantre le denunce per minacce e anche le ultime infrazioni, l'ex boss domenica girava per il centro con un coltello. Sistema giustizia da ripensare"
SAN DONÀ. L’omicidio di Alessandro Lovisetto, ucciso con una coltellata alla gola dall’ex capo della mafia del Brenta, Silvano Maritan, omicidio avvenuto domenica sera in pieno centro a San Donà, sembra aver lasciato il segno.
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Una vicenda che ha creato sconcerto nella cittadina con il sindaco Andrea Cereser che, dopo aver espresso cordoglio alla vittima, si chiede ora: «come fosse possibile che una persona con la storia di Silvano Maritan potesse muoversi liberamente nel centro della città, armato di un coltello, soprattutto alla luce di recenti e inquietanti avvisaglie. Nel luglio scorso era stato nuovamente arrestato proprio per minacce ad una ex convivente. Poi, meno di due mesi fa, la nostra polizia locale lo segnalava alle altre forze dell'ordine per un'infrazione». 
«Notizie riportate anche dalla stampa», nota il sindaco, «che però non hanno impedito a Maritan, domenica sera, di girare libero nel centro della città. Per di più armato di un coltello».
«Evidentemente», conclude Cereser, «c'è un sistema giustizia da ripensare».
 

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