Per protesta dorme dentro una bara

JESOLO. È ancora vivo e vegeto, ma già si è fatto costruire la bara e ci si è sdraiato dentro. Armando Vallese ne ha fatta un’altra delle sue. Prima aveva annunciato il giorno del suo suicidio con tanto di epigrafe, poi ha chiesto alle onoranze funebri Stefanon Brollo di realizzare la sua bara in legno che ha tenuto in casa.
La sua è una protesta contro il Comune e le istituzioni. «Lo Stato mi deve ancora milioni di euro», dice l’ultraottantenne ex imprenditore nel ramo della ristorazione e immobiliare tra Caorle, Jesolo e San Donà, dove vive, «per risarcimenti e danni relativi alle mie attività imprenditoriali. Il Comune vuole abbattermi un ampliamento della casa comunale in via Magello che ho fatto con regolare progetto. Oltretutto mi devono dei soldi perché tutti si sono allacciati al mio contatore per mesi. Come se non bastasse», aggiunge l’anziano ex imprenditore, «anche Anas e Comune mi devono dei soldi perché sono caduto in bicicletta sul ponte della Vittoria a causa della pista ciclopedonale pericolosa. Ho scritto al Papa e al presidente della Repubblica, quindi al sindaco, ma nessuno mi ascolta». (g.ca.)
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