Patteggiano un anno e 4 mesi gli ultimi tre della cricca

Gli ultimi tre imprenditori accusati di corruzione per aver pagato tangenti al dirigente dell’Edilizia della Provincia Claudio Carlon e al suo braccio destro Domenico Ragno hanno patteggiato ieri la pena dopo aver trovato l’accordo con il pubblico ministero Stefano Ancilotto: un anno e quattro mesi ciascuno ad Alessandro Gambaro (43 anni, Noventa di Piave) e a Mario Pacella (88 anni) e un anno e sei mesi a Flavio Redrezza (63 anni). Una pena relativamente bassa rispetto a quelle patteggiate dagli altri imprenditori coinvolti in questa vicenda, che aveva portato tutti in carcere nel febbraio 2011. A leggere la sentenza è stato il giudice veneziano Andrea Comez. Carlon e Ragno tre anni fa avevano patteggiate tre anni e mezzo, mentre gli imprenditori Silvano Benetazzo se l’era cavata con tre anni, Rino Spolador con tre anni e 2 mesi, Remo Pavan con due anni e 5 mesi, Giuseppe Barison e Dario Guerrieri ciascuno un anno e 7 mesi.
Le pene più basse per Gambaro e Pacella si giustificano con il fatto che i due imprenditori hanno dato una mano al rappresentante dell’accusa e agli investigatori della Guardi di finanza. Con le loro dichiarazioni, infatti, hanno definitivamente «incastrato» Carlon e Ragno e alcuni loro colleghi. Stando alle accusa, Pacella avrebbe restaurato gratuitamente la villetta di Carlon a Budoia, lo stesso avrebbe fatto l’imprenditore edile per l’appartamento al Lido della moglie dell’ingegnere della Provincia; Gambaro, invece, avrebbe trasportato gratuitamente alcune opere d’artre a Budoia. Redrezza, infine, avrebbe consegnato a Carlon il 3 per centro degli importi incassati per i lavori compiuti per conto della Provincia. Per Ragno, Gambaro avrebbe ristrutturato gratuitamente due suoi appartamenti a Trieste e gli appartamenti di Meolo di proprietà sua e del figlio, mentre Pacella avrebbe sborsato 20 mila euro per le cure odontoiatriche della moglie e ristrutturato le parti comuni del condominio di Meolo. In cambio, avrebbero ottenuto appalti dal settore Edilizia della Provincia, appalti che finivano al 90 per cento alle imprese «amiche» grazie al fatto che venivano assegnati a trattativa privata dopo essere stati suddivisi in più lotti in modo da far scattare l’assegnazione diretta. Inoltre, Carlon e Ragno garantivano, dopo l’assegnazione dei lavori, perizie di variante in modo da far salire il prezzo e di conseguenza i guadagni degli imprenditori.(g.c.)
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