Parente lascia Venezia per Genova

Nuovo incarico per il funzionario al vertice della Digos dal 2004
Diego Parente la Questura a Santa Chiara e sotto no global in stazione
Diego Parente la Questura a Santa Chiara e sotto no global in stazione
 Diego Parente, 46 anni, di Benevento è uno dei pochi poliziotti che conoscono il Veneto criminale degli ultimi 20 anni, come pochi. Da 7 alla guida della Digos veneziana, ora il capo della polizia ha deciso che deve andare a dirigere lo stesso ufficio di Genova dove le cose per la polizia non vanno bene, tanto che Antonio Manganelli ha cambiato i vertici della Questura.
 «È uno che non freghi, ha una memoria di ferro ed è intuitivo come pochi. Capisce prima degli altri come vanno a finire le cose. Del resto viene dalla criminalità comune dove o sei scaltro a capire le cose o non fai polizia giudiziaria». A parlare così di Diego Parente non è un suo superiore e un ispettore, un'altra figura storica della polizia in Veneto Michele Festa. Pure lui campano, ma di Avellino, hanno condiviso gli anni alla Criminalpol da quando Parente, giovane funzionario, è arrivato a Padova nel 1992. Superiore allora di Parente era Francesco Zonno. Festa è stato il maestro di strada. Sul trasferimento a Genova Parente non vuole commentare e dice solo: «Dovrebbe essere così ma per ora non è arrivato nulla di ufficiale». Ma è solo questione di giorni e poi il telegramma del capo della polizia sarà sul tavolo del Questore Fulvio Della Rocca. Per capire la valenza di Parente basta scorrere il suo curriculum operativo. Poco dopo il suo arrivo Maniero scappa dal carcere di Fossombrone e inizia ad occuparsi di questa indagine con Festa. Quest'ultimo arresta Felicetto il 13 agosto a Capri. Ritorna ad occuparsi di Maniero l'anno successivo quando il boss scappa dal Due Palazzi di Padova il 12 giugno. A novembre c'è ancora Festa nel blitz in cui si cattura il capo della Mala del Brenta a Torino. Poi la cattura dei colonnelli del boss dopo il pentimento. Loro ci sono sempre, altri ora si attribuiscono meriti che non hanno. Ma tant'è, gli atti processuali parlano chiaro.  Due anni dopo si occupano delle indagini per fermare il serial killer meranese Ferdinand Gamper, ucciso in un conflitto a fuoco. Parente lavora con Zonno nell'inchiesta sul sequestro di Giuseppe Soffiantini. E successivamente individua gli assassini dei poliziotti fatti saltare in aria con una granata a Udine. Poi arriva a Venezia quando sciolgono la Criminalpol. Prima alla Mobile e poi dal 2004 alla Digos. Non è un passaggio che all'inizio prende bene. Diceva: «Sono uno da strada abituato ad avere a che fare con banditi veri». Poi si è informato. «Ha studiato, perchè lui non lascia nulla al caso», dice Festa. Ed ecco che alla Digos porta a termine operazioni importanti sia sul fronte terrorismo internazionale sia su quello dell'eversione interna. E poi un gran lavoro di intelligence che occupa gran parte del tempo di chi lavora alla Digos.

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