Parco giochi all'isola di Campalto
È il progetto di quattro famiglie veneziane vincitrici del bando comunale

L’isola di Campalto Quattro famiglie veneziane hanno vinto il bando del Comune per pulire e rilanciare le attività
CAMPALTO.
Un progetto per rendere vivibile l'isola di Campalto. Situata a metà tra la Gronda lagunare e Cannaregio, il fazzoletto di terra in mezzo all'acqua, un tempo batteria stabile su palafitta utilizzata dai veneziani come baluardo di difesa dagli austriaci, risale al 1707.
Poco conosciuta, l'isola è affidata da diversi anni alle cure dell'associazione Arcobaleno e degli scout che di tanto in tanto vi organizzano grigliate e cercano di mantenerla il più possibile decorosa, raccogliendo spazzature e detriti portati da incivili e dalle correnti. Quattro famiglie veneziane l'hanno scoperta quasi per caso ed hanno deciso che potrebbe essere un «parco giochi» migliore di molti campi veneziani. Così hanno partecipato al bando comunale «Famiglie protagoniste», presentando un progetto originale legato appunto all'isola di Campalto. L'idea è piaciuta e le famiglie in questione hanno vinto 2.500 euro, con i quali trasformare in realtà il progetto su carta. «In sostanza - spiega Cristian Mazziol, 39 anni e due figli - dovevamo ideare qualche cosa legato al tema dello stare insieme oltre che dell'utilità e abbiamo pensato proprio a questo». Scopo: «Sfruttare l'isola abbandonata a se stessa e andarci non solo con barche a motore ma barche a remi, in questo senso stiamo già coinvolgendo alcune remiere della zona. Abbiamo intenzione di pulirla, tagliare l'erba, comperare un tagliaerba e attrezzi che possono essere utili e lasciarli nel bunker, ma anche recuperare i rovinacci che vengono portati dalle maree e migliorare la situazione dell'isola». Installare dei giochi, ritagliare uno spazio dove i bambini possano passare un pomeriggio tutti assieme in mezzo alla natura rispettando l'ambiente. «L'isola era utilizzata anche come discarica di vetro, a terra se ne trova ancora molto, pertanto potremmo raccoglierlo e poi rivolgerci a qualcuno del mestiere per realizzare un'opera e venderla». La fantasia insomma, non manca. Una volta terminati i fondi, l'intenzione sarebbe quella di proseguire e rinnovare l'impegno con l'aiuto dell'assessorato, magari per installare un sistema di videosorveglianza alimentato a pannelli solari in grado di rappresentare un deterrente nei confronti dei vandali che in più di un'occasione hanno appiccato il fuoco all'isola, divelto le panche, rovinato quanto era stato realizzato dai volontari dell'Arcobaleno. Le famiglie formeranno un gruppo di lavoro assieme all'associazione canoistica campaltina, hanno già preso contatti con il presidente Tito Pamio, per unire le forze e trasformare il piccolo gioiellino lagunare in un luogo vivibile e frequentabile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video