«Papà, sarai sempre al nostro fianco»

Il commovente saluto della figlia di Michele Favaro, il 53enne morto in un incidente sul lavoro. In mille ai funerali allo stadio 

Alessandro Ragazzo / ScorzÈ

Era tutto casa, famiglia e lavoro. Non è una frase fatta ma era proprio il caso di Michele Favaro, il 53enne di Scorzè morto giovedì 25 giugno alla DR Costruzioni di Maerne, schiacciato da una pressa flessibile. Ieri c’erano tutti questi componenti all’ultimo saluto al campo parrocchiale di Scorzè; sono arrivati in quasi mille nell’area di via dei Soranzo, composti, in silenzio, pieni di dolore per quanto successo in quella terribile mattina. Aveva appena iniziato il turno di lavoro, il povero Favaro, quando ha perso la vita.

In prima fila, oltre alla moglie Carla e i tre figli Davide, Silvia e Riccardo, c’erano pure la sindaca Nais Marcon e il suo vice Angelo Michielan, oltre ad altri rappresentanti del consiglio locale. A officiare il rito il parroco di Scorzè, don Massimo Gallina. Ma è stata proprio la secondogenita dell’uomo a ricordare quel padre che tanto ha dato a lei e a parecchie persone. «Ci hai insegnato i valori della vita», parla tra le lacrime, «e l’amore per la natura. Sarai sempre al nostro fianco. Proteggici». Favaro aveva alle spalle una famiglia solida, un matrimonio con Carla celebrato 28 anni fa, una casa, in via Castellana 102, in restauro, un lavoro che amava, sapeva fare e svolgeva da una vita. Cosa sia successo quella mattina poco dopo le 7 è ancora oggetto d’indagine da parte dello Spisal dell’Usl 3 Serenissima; non ci sono testimoni, i suoi colleghi erano impegnati in altre mansioni e quando sono arrivati al macchinario, per l’operaio non c’erano più speranze. Hanno provato a chiamare i soccorsi, ma è stato tutto inutile. Potrebbe essere stato un errore umano ma, intanto, è indagato il titolare dell’azienda di carpenteria metallica; si tratta di un atto dovuto per nominare i suoi periti. Sul corpo del 53enne è stata effettuata anche l’autopsia e saranno eseguiti rilievi pure sulla pressa per capire se vi sono mal funzionamenti. «Michele ha dato ai suoi figli la vita», dice il sacerdote, «ma anche dei valori veri. Era un uomo retto, onesto, buono, con una grande passione per l’orto, per i cavalli. Si stava sistemando la casa, proprio per pensare al futuro dei suoi tre ragazzi, tanto da lavorare pure nei fine settimana. Quanto successo nei giorni scorsi in fabbrica è difficile da accettare, abbiamo tanti perché». Don Massimo ha invitato i presenti a stare vicino ai Favaro, ai suoi parenti, ai figli, in questo momento così difficile. «Serve più compassione per chi è nel dolore» aggiunge. Ma tutta la comunità si è stretta attorno alla famiglia; sin da prima dell’arrivo del feretro, il campo sportivo di via Soranzo era già pieno. Ciascuno al proprio posto, nelle panche in legno allestite dai volontari e nel rispetto del distanziamento sociale. C’erano i colleghi di Favaro, tanta gente comune, perché l’uomo era molto conosciuto a Scorzè e non solo. E poi gli amici dei suoi tre suoi tre giovani figli, Daniele di 27, Silvia di 23 e Riccardo di 17. Domani alle 8.30 in cimitero a Scorzè ci sarà un altro momento di preghiera dopo la cremazione della salma. —

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