Paolo Cia, l’incidente gli ha strappato il sogno di “Rio 2016”

PRAMAGGIORE. «Paolo era un vulcano di idee e un uomo che, dopo essere rimasto paralizzato, ha preso la vita a muso duro, affrontandola con coraggio e senza piangersi addosso». Il presidente della Jesolo Sport Paraplegici ricorda così Paolo Cia, Campione di Pramaggiore. Renzo Partel aveva imparato a conoscerlo molto bene negli ultimi tre anni, cioè da quando Cia era entrato a far parte del gruppo di sportivi in carrozzina di Jesolo.
«Da giovane aveva giocato a calcio e a tennis», prosegue Partel, «quando ha saputo che da noi si giocava a tennis è arrivato subito con un grandissimo entusiasmo. In poco tempo ha iniziato a vincere, è diventato vicecampione italiano della specialità e numero 117 del mondo. Per poco non è entrato tra i cento che potranno partecipare a breve alle Paralimpiadi di Londra, ma il suo obiettivo erano quelle del 2016 a Rio de Janeiro. Ci credeva e le voleva con tutta la sua forza, e sono sicuro che ce l’avrebbe fatta».
Un uomo impegnato e a tutto campo, che cercava di applicare le sue idee. «Mi chiamava anche di notte per dirmi cosa gli veniva in mente, e passavamo ore assieme a discuterne per fare le cose migliori», aggiunge ancora Partel. «Quando è entrato nel mondo dei disabili, mi sono stupito della energia che ci metteva. Andava nelle scuole a parlare ai ragazzi perché non facesse sciocchezze, e lui era proprio stupito dal fatto che sono moltissimi, troppi, i giovani che hanno incidenti e che restano su una sedia a rotelle. Già con l’incidente del 2006 aveva pagato caro, mai mi sarei aspettato che potesse accadergli un altro incidente, e soprattutto che potesse morire».
«Ai funerali ci sarà la nostra squadra al completo, e saremo presenti tutti con le nostre divise per ricordare i tanti bei momenti che abbiamo trascorso assieme. Vederlo insegnare ai giovani era meraviglioso, con tutta la forza che cercava di dar loro per superare le difficoltà della paresi. Gli intitoleremo uno dei nostri campi da tennis. Era una persona speciale che non dimenticheremo mai. Paolo lascia un vuoto incolmabile in tutti noi».
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