Pancin (Aepe): «Sono episodi isolati da censurare»

«Che si vedano in giro cialtroni ubriachi, è innegabile. Ma da qui a parlare di scorribande di barbari, per favore no».

È il ragionamento di Ernesto Pancin, segretario provinciale dell’Aepe, il giorno dopo la notizia del cartello esposto dalla Cantina Do Mori a Rialto con cui si avvisa la clientela della chiusura anticipata di sabato alle 15.

Il motivo? L’eccesso di schiamazzi, comportamenti molesti da parte di comitive su di giri che provocano – a sentire i titolari del locale – problemi e lamentele alla clientela abituale e ai turisti seduti per un calice di vino. Un fenomeno diffuso da tempo, che avrebbe spinto la cantina di Rialto ad abbassare la serranda per evitare situazioni spiacevoli, a costo di perdere una mezza giornata di lavoro nel week end. Il portavoce degli esercizi pubblici veneziani, tuttavia, cerca di ricondurre il fenomeno a casi isolati. «Non registro situazioni critiche e continuative» il suo punto di vista.

Per Pancin, da parte delle istituzioni cittadine l’impegno ad evitare situazioni di degrado conclamato c’è sempre stato negli ultimi anni. Si riferisce soprattutto, tanto per citare un esempio, all’invito rivolto ai neolaureati dal rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi durante ogni cerimonia di piazza San Marco.

Agli studenti viene chiesto di festeggiare nel rispetto di Venezia, anche se poi non mancano gli angoli della città che vengono usati per “imbrattare” i neodottori con tanto di rifiuti (bottiglie di vetro, farina e cartacce) abbandonati per strada. Pancin fa riferimento anche al nuovo regolamento di polizia urbana, che vieta espressamente «dalle 20 alle 8 di mattina l'assunzione di bevande alcoliche di qualsiasi genere, tipologia e gradazione al di fuori dei luoghi autorizzati alla somministrazione e dei relativi plateatici».

Di più, lo stesso regolamento prevede che dal lunedì al giovedì, sempre negli stessi orari, non si può «partecipare a scorribande di due o più persone tra pubblico esercizio e pubblico esercizio finalizzate al non responsabile festeggiamento di eventi o ricorrenze pubbliche o private quali addii al celibato/nubilato, lauree». I divieti esistono, dunque. Anche se spesso restano sulla carta a causa di controlli scarsi da parte dei vigili. «Ad ogni modo – dice ancora Pancin – si è sempre riusciti a contenere il fenomeno. Gli esagitati ci sono, ma non si dica che sia diventata una consuetudine». —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia