Ottava Presa, i soldi erano della ‘ndrangheta

CAORLE. Ora lo sappiamo: i soldi per la costruzione delle villette di Ottava Presa, progetto promosso dall’immobiliarista Claudio Casella, venivano dalla ‘ndrangheta. E più precisamente dalla famiglia Mannolo di San Leonardo di Cutro, decapitata dalla recente operazione della procura di Catanzaro.
Leggiamo tra le deposizioni del collaboratore di giustizia Antonio Valerio contenute nell’ordinanza firmata dai magistrati calabresi:« Si è trattato di una somma per sorte capitale per almeno un milione di euro che con il tasso usuraio erano diventati due. I Mannolo li avevano finanziati per la costruzione di un grosso intervento edilizio in località Ottava Presa nel Veneto».
L’attività dei Mannolo era in particolare rappresentato dal controllo dei villaggi turistici della zona: in particolare nell’area di capo Colonna nel comune di Isola Capo Rizzuto.
I finanziati, secondo Valerio, sono Antonio Villirillo e Raffaele Oppido. Del ruolo di Oppido, il cui nome compare frequentemente nelle carte dell’inchiesta Aemilia sulla cosca Grande Aracri insediatasi tra l’Emilia, la Lombardia e il Veneto, avevamo già scritto su queste pagine e che ci fosse un finanziamento proveniente da ambienti particolari si poteva presumere. Ora però si aggiunge un tassello illuminate.
Ma partiamo dall’inizio: nel 2008 viene inaugurato il cantiere per 14 villette a Ottava Presa. Il permesso di costruzione è richiesto dalla Nava Immobili srl di Claudio Casella, che a partire dall’ottobre 2010 affida i lavori del cantiere alla ditta Progetto Casa, che lì lavorerà fino all’agosto del 2010. Amministratore unico della Progetto Casa è, per l’appunto, Raffaele Oppido.
Nel cantiere di Ottava Presa, Oppido è anche responsabile del servizio sicurezza e prevenzione. Per la Progetto Casa srl lavora Daniel Lorenzon, che nel cantiere di Ottava Presa riveste il ruolo di direttore tecnico di cantiere. La prima ditta al lavoro in quel cantiere è la Edilcostruzioni sas, oggi fallita, che aveva come legale rappresentante Ignazio Cosentini di Crotone e residente in provincia di Verona, a Ronco all’Adige.
Il geometra Ivone Zusso, dello Studio tecnico Zusso, è direttore dei lavori fino al 2009. «Ho rinunciato all’incarico affidatomi dall’Immobiliare Nave di Casella perché c’era una cattiva organizzazione dei lavori», racconta il geometra, « le ditte venivano da fuori e non lavoravano come si deve, non era stata fatta nemmeno la recinzione».
In effetti Oppido è in difficoltà, e non riesce a badare al cantiere. Come apprendiamo anche dalle carte dell’inchiesta: non riesce a restituire il debito contratto con i potenti Mannolo e chiede l’intervento di Antonio Valerio per comporre la situazione. Una soluzione si trova: «a quel tempo io e Oppido avevamo un affare immobiliare a Latisana in provincia di Udine. Per cui dissi a Mannolo che man mano che i lavori sarebbero proceduti avrebbe ottenuto a restituzione del debito sia appartamenti in permuta sia somme di danaro dilazionate». Uscito dal carcere interviene anche Nicolino Grande Aracri e, racconta Antonio Valerio, «Nicolino offrì a Oppido delle false garanzie onde ottenere dei finanziamenti anche per il tramite di Gualtieri Antonio».
La situazione nel cantiere rimarrà comunque disastrosa: il successivo direttore dei lavori, l’architetto Radames Carbonera, si lamenterà della conduzione dei lavori tanto da scrivere nel 2010: «(…) visto anche l’impossibilità a contattare l’impresa Progetto Casa srl nella figura dei sig.ri Oppido Raffaele e Lorenzon Daniel, dalla data di domani 05/05/2010 il cantiere in esame rimarrà privo di lavorazioni e maestranze, aggravando ulteriormente il già preoccupante ritardo rispetto al crono programma dei lavori. Si specifica inoltre, che l’impresa Progetto Casa srl ha abbandonato il cantiere senza dare alcuna comunicazione e senza autorizzazioni dello scrivente, lasciando i lavori fino ad oggi eseguiti privi di adeguate protezioni ed oggetto delle intemperie con inevitabili danni alle strutture (…)».
Poi l’impresa Progetto casa formalizzerà la rinuncia alla conduzione dei lavori tanto che verrà sostituita nell’agosto del 2010 dalla D & G srl di Nicolò Di Marco di S. Biagio Platani in provincia di Agrigento e residente a Sarcedo in provincia di Vicenza. Dopo la rinuncia anche di quest’ultima, una ditta di Caorle tentò di concludere l’intervento, ma nel settembre del 2011 scaduto il termine ultimo per la conclusione dei lavori, Casella non richiederà nessuna proroga. —
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