Ospitati 38 bimbi della Bielorussia

Solidarietà con le popolazioni colpite dalle radiazioni di Chernobyl

MIRANO. Sono 38 i bambini arrivati dalla Bielorussia e ospitati da altrettante famiglie del Miranese per un mese, tra giugno e luglio. A Mirano la solidarietà non va in vacanza e accanto alla più nota associazione Bambini di Chernobyl, si affianca ora l’opera della fondazione “Aiutiamoli a vivere”, nel trentesimo anniversario del disastro nucleare. Grazie al “Progetto accoglienza”, nato nel 1991 a Minsk, dove per la prima volta si prese coscienza della necessità di aiutare i bambini bielorussi vittime delle radiazioni che continuavano a morire, diventa centrale la questione sanitaria sugli effetti positivi del trasferire, anche per un breve periodo, i bambini da un luogo contaminato a zone di beneficio. Tutt’ora infatti le aree di provenienza dei piccoli sono pericolose e la povertà, anche in seguito al disastro, è dilagante. «Le conseguenze di Chernobyl sono destinate a durare ancora molto a lungo», spiegano i volontari dell’associazione, «perché gran parte del territorio è gravemente contaminato: i riflessi economici sulla vita del Paese sono drammatici, ma non meno di quelli sociali e sanitari, che trovano nei bambini le prime vittime, anche se potenzialmente sono i soggetti più facilmente recuperabili. Per questo da tanti anni la Fondazione fa da tramite tra le famiglie bielorusse e quelle italiane». “Aiutiamoli a vivere Mirano” ha sede a Zianigo, in via Scortegara 133/a, dove c’è un magazzino dell’usato aperto tutti i pomeriggi di mercoledì e sabato. Presidente è Roberto Danesin, che insieme ad altri volontari coordina l’accoglienza dei bambini e ne organizza l’ospitalità. (f.d.g.)

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