Ospedale al Mare, il Comune deve restituire 31 milioni a EstCapital

L’area dell’ex ospedale mare torna al Comune per decisione del Tribunale. Orsoni al bivio: intentare una nuova causa oppure cercare la strada dell’accordo

VENEZIA. Il Comune perde - almeno per il momento - i 31 milioni di euro circa dell’ultima rata della vendita dell’ex Ospedale al Mare dovuti da EstCapital e fino ad oggi “congelati” in banca in attesa di un accordo definitivo tra le parti. E la società guidata da Gianfranco Mossetto che in cordata anche con la Mantovani di Pier Giorgio Baita come “socio” forte, aveva già sottoscritto il preliminare per l’acquisto dell’area ospedaliera del Lido, da trasformare in un complesso residenziale-turistico con darsena e spiaggia, si ritrova ora libera da ogni impegno, restituendo a Ca’ Farsetti il contenitore vuoto e pressoché inutilizzato. È la conseguenza della decisione del Tribunale di Venezia con il collegio presieduto dalla dottoressa Antonella Magaraggia, che ha respinto la richiesta del Comune di tenere bloccate quelle somme, che nel frattempo Ca’ Farsetti, pur senza poterle toccare, aveva formalmente utilizzato in bilancio per il rispetto del Patto di stabilità.

I 31 milioni sono ora svincolati dopo il giudizio di fronte alle parti (EstCapital, rappresentata dagli avvocati Alfredo Biagini e Alfredo Bianchini e il Comune con l’avvocato civico Giulio Gidoni). È una causa “cautelare”, che non entra dunque nel merito, stabilendo chi ha ragione o chi ha torto, ma che stabilisce che la banca dove sono depositati i 31 milioni di euro delle imprese debba restituire la somma alla banca che li ha erogati (Unicredit). Situazione delicata, perché di mutui e crediti si tratta. E dal momento che l’operazione non è mai decollata, i privati vogliono rientrare in possesso dei loro capitali.

Per EstCapital i lavori non sono mai partiti a causa delle inadempienze dell’ente pubblico. La mancata bonifica - partita qualche mese fa con grande ritardo - e il mancato avvio del progetto sostitutivo dei servizi sanitari, per dare il via libera all’abbattimento del Monoblocco. Per il Comune, invece, inadempiente sarebbe stata Estcapital per la mancata consegna dei progetti in tempo utile, compresi quelli per il nuovo Stretto Sanitario del Lido e per i ritardi nelle bonifiche.

Ma per il giudice il comportamento della società di Mossetto non può ritenersi chiaramente inadempiente né manifestamente scorretto come asserisce il Comune e non c’è il pericolo dunque - evocato dal Comune - che i 31 milioni di euro possano essere sottratti una volta svincolati. «Gli importi in questione», si legge nell’ordinanza, «sono depositati presso il mandatario e sottratti alla disponibilità del Comune, che non può ritenerli sin d’ora propri». E dietro i bisticci tra avvocati c'è una evidente difficoltà finanziaria delle imprese, che hanno visto mutare radicalmente le condizioni di mercato dal giorno in cui era stato stipulato l'accordo. Per coprire il buco del Palacinema e realizzare il progetto alternativo servono i soldi introitati dalla vendita dell'ex Ospedale al Mare. Ma se il Comune vorrà entrarne in possesso dovrà intentare una nuova causa a EstCapital e vincerla, oppure trovare nel frattempo un accordo bonario con la cordata di imprese per perfezionare la vendita dell’ex Ospedale al Mare. Che nel frattempo resta un deserto - a parte ciò che resta del distretto sanitario lidense - affidato al progressivo degrado, senza nessuna reale proposta alternativa di utilizzo. E anche il “buco” del Palacinema - al di là dei progetti partecipati per le nuove strutture al suo posto - rischia di restare tale ancora a lungo.

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