«Orsoni ha il diritto di insegnare»

Non è accusato di aver preso tangenti, né di corruzione. Eppure sarà tra i pochi imputati della grande inchiesta sul Mose ad affrontare un processo. L’accusa che la Procura muove all’ex sindaco e avvocato Giorgio Orsoni è quella di finanziamento illecito, per aver ricevuto contributi dal Consorzio Venezia Nuova per la campagna elettorale del centrosinistra. Su questa base un gruppo di studenti ha chiesto al rettore di Ca’ Foscari che al professor Orsoni, docente di ruolo di diritto amministrativo, venga ritirato il corso di insegnamento di Diritto commerciale del Turismo assegnatogli al suo rientro . «Un problema che esiste», aveva detto Jan Van der Borg, ex consulente della giunta Costa, anch’egli professore a Ca’ Foscari. Il rettore Michele Bugliesi ha ricordato come il rientro sia un diritto del professore, docente di ruolo in aspettativa per l’attività di sindaco.
Adesso in difesa di Orsoni interviene un nutrito gruppo di avvocati e professionisti veneziani.
«Le indagini non sono concluse, e non vi è stato ancora un giudizio nei confronti dell’ex sindaco», scrivono, «l’ondata di giustizialismo rischia di travolgere le regole fondamentali di un ordinamento liberale, fondato sulla presunzione di innocenza. Non è possibile dunque irrogare a un cittadino una sanzione in patente violazione di uno dei principi ispiratori di uno Stato democratico. E forse varrebbe la pena educare maggiormente i giovani con corsi educazione civica nelle scuole, e nelle Università al rispetto delle libertà e dei diritti fondamentali».
La lettera-appello è firmata tra gli altri da Antonio Franchini, Francesco Mercurio, Claudio Campaner, Carlo Candiani, Francesco Candiani, Candido Fois, Francesco Loero, Davide Moisio, Maurizio Olivetti, Andrea Pasqualin, Mauro Pizzigati, Gianluca Sicchiero.(a.v.)
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