Operata per un’ernia casalinga resta invalida L’Usl versa 180mila euro

MIRANO

È un maxi risarcimento quello che l’Usl 3 Serenissima è stata costretta a versare a una donna miranese dopo il riconoscimento dell’errore medico e la conseguente invalidità post intervento chirurgico. Dopo una battaglia legale durata undici anni, la paziente – assistita dallo Studio3A di Dolo – ha incassato l’indennizzo di 180mila euro.

La donna, una casalinga di 71 anni, era rimasta vittima del comprovato caso di malpractice medica quando di anni ne aveva 59. Soffriva di una lombalgia, trattata fino al 2009 con terapie conservative e infiltrazioni di ozono. A causa dell’aggravarsi, il 13 febbraio di quell’anno venne sottoposta a risonanza magnetica lombosacrale che evidenziò un’ernia discale paramediana sinistra. Ricoverata in Neurochirurgia all’ospedale dell’Angelo, il 20 marzo 2009 è stata operata per erniectomia e discectomia L4 L5. Ma, fin dal risveglio dopo l’anestesia, era parso chiaro che qualcosa non fosse andato per il verso giusto. La donna aveva problemi di mobilità e la totale paralisi della flessione dorsale del piede sinistro. Nella diaria infermieristica fu annotato che non riusciva a muoversi. Da qui il passaggio all’ospedale di Mirano, poi lunghe cure, finché una visita neurochirurgia nel 2013 rilevò il netto peggioramento dei deficit stenici del piede. Oggi la signora ha pesanti limitazioni funzionali delle articolazioni in vari punti della gamba sinistra e problemi di deambulazione. L’Inps le ha riconosciuto un’invalidità civile del 100%. A seguito delle verifiche, l’Usl 3 e la sua compagnia assicurativa hanno deciso di transare il danno. —

S.B.

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