Operai in cantiere «Costretti al lavoro anche al pomeriggio combattendo l’afa»

«Alcune lavorazioni sono dure e andrebbero fatte alla mattina oppure solo se c’è l’ombra L’edilizia? Un lavoro barbaro Proteste anche nelle fabbriche

mESTRE

«Abbiamo l’acqua del rubinetto per rinfrescarci ma ci sono lavorazioni che con queste temperature sono proprio difficili da portare avanti. Il momento peggiore? Il pomeriggio». Operai del settore dell’edilizia spiegano le loro precauzioni anti-caldo. Due operai che lavorano in un cantiere in pieno centro a Mestre spiegano: «Si riesce a lavorare la mattina presto o se c’è ombra, ma su questi manti di cemento il disagio non fa che aumentare».

Loro sono abituati alla fatica e anche allo stress da caldo dopo decenni di lavoro nell’edilizia ma ammettono che le alte temperature stressano anche loro. Uno si sfoga: «Mi sono appena lamentato con il capo e vedremo se si lavora di pomeriggio», dice, «ma è un lavoro barbaro quello dell’edilizia». Nonostante anni di lavoro, al gran caldo non ci si abitua mai insomma.

Altri operai sfogano sui social network il loro stress climatico. «Con questo caldo non si dovrebbe lavorare in fabbrica», dice un giovane operaio veneziano che dà voce al disagio di tanti. E va ricordato che ci sono anche le norme di legge, quelle previste dal testo unico della salute e della sicurezza dei lavori (decreto legislativo 81 del 2008) che si occupano anche dei rischi correlati al calore estivo. Edilizia e agricoltura sono settori di lavori particolarmente a rischio perché si lavora per molte ore all’aperto.

Basta un termometro ed un igrometro, spiegano siti specializzati nella sicurezza sul lavoro, per valutare se si è a rischio: le giornate in cui la temperatura all’ombra supera i 30 gradi e l’umidità relativa supera il valore del 70 per cento sono quelle in cui prestare massima attenzione. E fermarsi.

Vale la pena, quindi, ricordare le misure di prevenzione: prevista la variazione dell’orario di lavoro per sfruttare le ore meno calde in cui svolgere i lavori più pesanti; effettuare una rotazione nel turno dei lavoratori esposti; programmare i lavori nelle zone meno esposte al sole; evitare di lavorare isolati. Il vestiario prevede anche abiti leggeri traspiranti, di cotone e di colore chiaro, evitando invece di lavorare a petto nudo. Le pause in un luogo fresco devono essere frequenti e occorre sempre avere a disposizione acqua fresca per agevolare la dispersione di calore. —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia