Crepe e frammenti staccati, nuove verifiche sulle colonne di San Marco e San Todaro
Durante i lavori in Piazza San Marco a Venezia, un frammento di marmo ritrovato alla base della colonna del Todaro ha fatto scattare l’allarme. Il Comune chiede alla Soprintendenza un nuovo intervento di restauro per le celebri colonne di San Marco e San Todaro

Un frammento lapideo ritrovato alla base della colonna del Todaro in Piazzetta San Marco mette in allarme il Comune che chiede alla Soprintendenza di autorizzare un intervento di restauro alla base della colonna del Todaro e di quella a lei vicina di San Marco, una coppia celebre in tutto il mondo.
Nell’area il Comune ha già in corso un intervento di riduzione del rischio mediante la messa in sicurezza di alcuni tratti della pavimentazione di Piazza San Marco danneggiati dalle alte maree. Proprio nel corso dell’intervento è emersa la preoccupazione sullo stato delle colonne.
L’Amministrazione da anni sottopone periodicamente a monitoraggio estivo e invernale le due colonne, l’ultima volta lo scorso anno, per verificarne la statica. Il motivo sono le fessurazioni esistenti soprattutto alla base di quella del Todaro.

Ci sono da tempo e non ci sarebbe alcun rischio di tipo statico, ma si sarebbero in parte allargate. Si vuole in sostanza capire se la situazione delle crepe sta effettivamente cambiando visto che già in passato la Soprintendenza veneziana aveva sottolineato come fosse necessario tenere sotto controllo lo stato delle colonne, per evitare il progredire dell’erosione del marmo, con periodici interventi di manutenzione. Crepe evidenti larghe qualche millimetro, lunghe decine di centimetri alla base del blocco di granito. Scaglie di marmo staccate nella parte alta: l’ultima delle quali si è staccata il 24 aprile scorso.
Per la Soprintendenza, in occasione dell’ultimo controllo di diversi anni fa, processi noti, iniziati moltissimi anni fa. Forme di alterazioni tipiche del marmo troadense, noto anche come granito violetto, materiale di straordinaria compattezza ma di una certa vulnerabilità superficiale in ambiente marino. Un degrado che, secondo i tecnici, si manifesta prima con una sfoliazione, poi con la caduta di frammenti. I fenomeni tendono a progredire nel tempo e le aree di degrado ad allargarsi. Fenomeni che riguardano la superficie del blocco lapideo e non ne intaccano l’integrità generale.

Ora, appunto, il distacco alla base del Todaro lancia il nuovo allarme, inducendo il Comune a chiedere alla Soprintendenza una perizia in corso d’opera per i lavori di restauro delle due colonne. Dagli uffici di Palazzo Ducale è già arrivato il sì ma si chiede che sia verificata attentamente la possibilità che il pezzo di marmo trovato alla base della colonna del Todaro, provenga effettivamente da una delle due colonne. Si chiede inoltre che siano condotti degli approfondimenti sulle metodologie usate nell’ultimo intervento di restauro nel 2010-2011 per tenerne conto.
Infine si chiede che per le operazioni di pre e consolidamento delle parti lapidee in pietra d’Istria, siano valutati anche altri prodotti oltre a quelli già usati. Le colonne di San Marco e San Tòdaro sono due alti affusti in marmo e granito, posti all’ingresso dell’area marciana verso il molo e il bacino San Marco. Sono sormontate dalle statue dei santi patroni della città: Marco l’evangelista nella tradizionale forma di leone e San Tòdaro (nome veneziano del bizantino Teodoro di Amasea), mentre sulle basi presentano altorilievi che raffigurano i mestieri che venivano svolti in Piazza. Secondo la tradizione le colonne furono erette da Nicolò Barattiero sotto il dogado di Sebastiano Ziani (1172-1178), quando la piazza venne ampliata. Le colonne, trasportate dall’Oriente come bottino di guerra, dovevano essere originariamente tre, ma la terza venne perduta.
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