Omicidio colposo, il giudice assolve due medici

Erano accusati di non aver diagnosticato una tromboembolia polmonare, provocata da una trombosi venosa profonda alla gamba sinistra della veneziana Gianna Cerulli Pianon, che aveva causato il suo decesso l’11 ottobre 2009, ma ieri il giudice monocratico del Tribunale di Venezia Gualtieri ha assolto i due medici, la veneziana Emanuela Chiaranda e il padovano Giuseppe Fiore perché il fatto non sussiste, così come aveva chiesto lo stesso pubblico ministero Alessia Tavarnesi.
L’assoluzione si basa soprattutto sull’autopsia eseguita per conto della Procura e sulla perizia medico legale che durante il dibattimento ha sposto il giudice. Entrambi i consulenti avevano sostenuto che non era possibile diagnosticare la trombosi a causa del fatto che non c’erano sintomi tali da far pensare a quella patologia. I due imputati, la prima medico di famiglia a Venezia, il secondo medico anestesista specialista in terapia del dolore, avevano visitato la paziente il 28 agosto e nei giorni seguenti Chiaranda e il 30 settembre 2009 Fiore. Nessuno dei due, nonostante i dolori alla gamba sinistra di cui si lamentava Gianna Cerulli, avrebbe prescritto un esame Ecodoppler venoso, che avrebbe potuto rivelare una trombosi profonda in atto. Durante l’udienza c’è stato uno scambio di battute polemiche tra il giudice e l’avvocato Matteo Scussat, che è intervenuto per la parte civile, quando la prima ha chiesto al secondo di essere più conciso, visto che parlava da un’ora. Durante le indagini, la Procura, in base ai risultati dell’autopsia, aveva chiesto l’archiviazione delle accuse, ma il giudice dell’udienza preliminare, sulla base dell’opposizione della parte civile, aveva rinviato a giudizio i due medici sostenendo la necessità del dibattimento.
Giorgio Cecchetti
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