Oltre mille persone all’ultimo saluto di Nicola Boscolo

Sottomarina. Don Alfonso ha cercato di dare conforto «Chi ha fede alzi lo sguardo alla Madonna della Navicella»  
SOTTOMARINA. «Nicola è stato chiamato a un banchetto più grande, in un monte più alto, con cibi più succulenti». Con queste parole nell’omelia ieri don Alfonso Boscolo, parroco del santuario della Madonna della Navicella, ha tentato di portare conforto ai familiari di Nicola Boscolo Contadin, il giovane di 38 anni, stroncato sabato sera da un arresto cardiaco. Per l’ultimo saluto sono accorsi alla Navicella un migliaio di persone, per la maggior parte giovani che con Nicola condividevano il lavoro alla Fincantieri, la passione per lo sport, nuoto e pallanuoto al centro Clodia, il tempo libero, i sogni. I funerali sono stati celebrati dal vescovo, monsignor Adriano Tessarollo, ma l’omelia è stata affidata a don Alfonso, che conosceva personalmente Nicola e la moglie Elisa di cui ha celebrato le nozze il 25 maggio 2013. «Voglio iniziare con un abbraccio immenso», ha detto dal pulpito il parroco, «un abbraccio alla mamma Mariella, al fratello Daniele, alla moglie Elisa e ai suoceri Oriella e Sergio. L’abbraccio mio e di tutta la comunità che ha voluto oggi dare l’ultimo saluto a Nicola. Non voglio fare una predica di circostanza. Conoscevo Nicola e Elisa, ho condiviso la loro preparazione al matrimonio, con un dialogo intimo, ricordo di quel giorno ogni particolare. Nicola sabato sera è stato strappato a questa vita all’improvviso, come ci ha spiegato la prima lettura di Isaia è stato chiamato dal Signore in un monte più alto, dove è stato preparato un banchetto di grasse vivande, di vini raffinati, di cibi succulenti. Nicola è stato chiamato a vivere il mistero della vita e della morte che per noi oggi è incomprensibile».


Durante il funerale il centro fitness Clodia ha sospeso tutte le attività in segno di lutto e di vicinanza alla famiglia. Nicola da anni nutriva una passione per il nuoto, era istruttore e aveva fondato la squadra locale di pallanuoto con alcuni colleghi del centro sportivo. Per la liturgia è stato mantenuto il brano del Vangelo del giorno, il miracolo di Cristo con la trasformazione dei pani e dei pesci per sfamare il popolo accorso a seguirlo. «Anche noi oggi abbiamo sette pani e pochi pesciolini», spiegava don Alfonso, «i pani e i pesci che si sono moltiplicati sono gli affetti di Nicola, i parenti, gli amici, i loro legami. Per loro questo momento della perdita è difficile. Per chi ha coraggio e fede può alzare gli occhi alla statua della Madonna della Navicella che abbraccia suo figlio morto sulla Croce. A Lei chiediamo di rivolgere a noi quegli occhi suoi misericordiosi, a noi esuli figli in questa valle di lacrime». L’uscita del feretro, portato a spalla dagli amici, è stata accompagnata da un lunghissimo applauso.


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