«Ogni giorno un soldo nel salvadanaio»

I colloqui tra Marco Brancaleoni e il suo braccio destro, l’architetto padovato Tasinato, che gli procacciava i clienti
Di Giorgio Cecchetti

L’architetto veneziano Marco Brancaleoni ha scelto il silenzio, almeno per ora, decidendo ieri di non rispondere alle domande che avrebbe voluto porgli il giudice veneziano Roberta Marchiori, la stessa che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare per tentata concussione, corruzione e truffa aggravata, ma per l’interrogatorio di garanzia era presente anche il pubblico ministero Paola Tonini e proprio a lei i difensori dell’indagato. Gli avvocati Valter Duse e Roberta Orlandi hanno avanzato la richiesta di un colloquio per conto del loro assistito. «Crediamo che questa vicenda potrà essere ridimensionata – hanno affermato i due legali al termine dell’interrogatorio – e intendiamo farlo con il pubblico ministero, approfondiremo l’argomento dell’iter delle pratiche dei finanziamenti che seguiva l’architetto all’interno dell’Istituto ville venete per spiegare quanta poca influenza poteva avere sul loro esito Brancaleoni». «Per l’accusa, invece, sembra che lui potesse muovere chissà quali leve» hanno concluso prima di andarsene.

Le indagini degli uomini del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, nel frattempo, proseguono per stabilire se altri proprietari di ville storiche siano stati costretti o comunque o abbiano versato di spontanea volontà tangenti per sveltire le pratiche e per ottenere i finanziamenti regionali per la ristrutturazione delle antiche dimore sparse per la campagna veneta. Un ruolo importante, almeno a quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del magistrato veneziano, avrebbe avuto in questo l’architetto padovano Ferruccio Tasinato, 45 anni. Nel documento di lui si legge che esisteva «una rete capillare di illeciti rapporti che fa ragionevolmente ritenere che il professionista padovano procacci il cliente, lo indirizzi al pubblico ufficiale e suddivida poi la tangente» con Brancaleni. Delle telefonate tra l’architetto dell’Istituto ville venete e il collega di Padova sono riportate alcune frasi dette da Tasinato durante i colloqui. «Ogni giorno metto un soldino nel salvadanaio» avrebbe detto in un’occasione e in un’altra: «E’ un peccato perchè potevo portarti dei soldi prima del prossimo Natale».

Tasinato è indagato per concorso in corruzione, il sospetto è che abbia informato proprietari di ville del sistema più veloce ed efficace per ottenere finanziamenti regionali più consistenti, indirizzandoli all’amico veneziano Brancaleoni. Mentre di concorso in tentata concussione è indagato un altro architetto che lavorava all’Istituto ville venete a stretto contatto con Brancaleoni, Claudio Albanese. Il responsabile dell’ufficio – ha riferito al pm Tonini, si legge nell’ordinanza – aveva cercato di affidare a Brancaleoni soltanto la fase dello studio, mentre aveva chiesto ad Albanese di seguire quella le pratiche per i finanziamenti ai proprietari, ma la manovra non sarebbe riuscita per la stessa opposizione di Albanese, così alla fine l’architetto veneziano aveva continuato a intrattenere rapporti con coloro che chiedevano fondi per il restauro delle antiche dimore di campagna. Il sospetto è che anche Albanese abbia agevolato alcuni proprietari di ville. Nei prossimi giorni anche i due professionisti finiti nel registro degli indagati avranno la possibilità di difendersi, come del resto i due proprietari di ville indagati di corruzione per aver pagato cinquemila euro ognuno a Brancaleoni per ottenere i finanziamenti. Si tratta del veronese Marcello Bernardini e del rodigino Alberto Bergamini. La coppia di medici di Dolo, Ennio Caggiano e Paola De Lazzari, invece, sarebbero stati vittime del tentativo di concussione dell’architetto veneziano ed è grazie alla loro segnalazione che il direttore dell’ente regionale Carlo Canato ha potuto presentare una circostanziata denuncia in Procura.

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