Off shore addio, ma il progetto procede

Presentato il piano definitivo per la piattaforma d’altura che non si farà mai. Ma c’è il “piano B” sulla lunata di Malamocco

Doveva essere la più grande piattaforma portuale Off Shore del Mediterraneo, da realizzare a 15 chilometri a largo di Malamocco con un “project-financing” – del valore di 2, 1 miliardi di euro, dei quali 700 milioni a carico dello Stato italiano e i restanti di investitori cinesi – dove far approdare le navi porta container da 18-20 mila teu (quelle attuali ne portano 6 mila), troppo grandi e con un pescaggio eccessivo per i fondali dei canali scavati nella laguna di Venezia.

Una infrastruttura fortemente voluta dall’ex presidente dell’Autorità Portuale, Paolo Costa, ma poi sostanzialmente “cancellata” dal suo successore, Pino Musolino, in accordo con il ministero Graziano Delrio, in quanto ritenuta una “opera faraonica” del tutto sovradimensionata rispetto alle reali possibilità di attrarre nell’alto Adriatico il grande traffico di navi porta container provenienti dall’Asia che attualmente raggiunge dal Suez i porti del Nord Europa, primo fra tutti Rotterdam. Del resto oggi i 5 porti dell’Alto Adriatico (Venezia, Trieste, Ravenna, Koper, Rijeka) insieme non arrivano a 2, 5 milioni di Teu di container all’anno. E a molti l’opera è sembrata del tutto improponibile – soprattutto dopo la crisi iniziata a fine 2008 che ha portato a una riduzione dei traffici merci via nave che in parte dura ancora oggi –– visto che nelle proiezioni di traffici legati al Voops, per rendere redditizio l’investimento da oltre 23 miliardi di euro, si dovrebbe arrivare a ben 6 milioni di Teu.

Il Voops è un’opera gigantesca che prevede la prefabbricazione a terra di cassoni di calcestruzzo e il loro successivo affondamento al fine di formare la diga foranea che dovrebbe svilupparsi per circa 4. 000 metri e una superficie di circa 80 mila metri quadrati; la realizzazione del terminal container (di circa 200 mila metri quadrati) e quella della banchina servizi (circa 127 mila metri quadrati) in grado di gestire un milione di Teu.

La diga foranea avrebbe il compito di proteggere dai movimenti marini il mega-terminal container con l’attracco contemporaneo di due navi mercantili da 8. 000 Teu ciascuna, e la banchina di ormeggio e servizi per lo scarico dei containers dalle “navi madre” per essere successivamente imbarcati sulle flotte di navi “Mama Vessel” per esser e portati nel porto On Shore in laguna, da realizzare nell’area Montesyndial, sul canale Ovest.

Il progetto definitivo del Voops è stato presentato nei giorni scorsi all’Autorità Portuale di Sistema del Mare Adriatico Settentrionale dagli ingegneri delle società del raggruppamento di imprese italo-cinese 4C3 – finanziato a questo scopo con 4 milioni di euro messi in gara da Paolo Costa negli ultimi mesi del suo mandato – costituito dalle società 3TI Progetti Italia spa, la veneziana eAmbiente srl che ha sede al Parco Vega e il “general contractor” China Communication Constructions Company Group (CCCG). Insieme al progetto per il Voops, è stato presentato anche il “Piano B”, ovvero uno studio collaterale di fattibilità – dopo l’esame di 4 possibili alternative progettuali – per una sorta di mini-Off Shore da realizzare a Malamocco per il quale esiste ora un progetto preliminare.

Il “Piano B” di Pino Musolino si chiama “Banchina Alti Fondali”, una piattaforma Off Shore molto più piccola da realizzare in uno spazio già esistente, con l’adeguamento del “Sistema di piastra e conca di navigazione a Malamocco – Santa Maria del Mare” (a – 18 metri di fondale), la cosiddetta “lunata” (barriera frangiflutti) lunga 1 km per proteggere le dighe mobili del Mo.se per essere destinata ad ormeggio per navi commerciali con un costo molto minore rispetto alla Voops, stimato in circa 250 milioni di euro, con due banchine per il trasbordo dei container su chiatte da 70 container. Musolino ha proposto agli investitori cinesi del Voops di accontentarsi della lunata di Malamocco per ricevere container, rinfuse e magari anche le più grandi navi da crociera – magari gestito dalle stesse compagnie (cruise) – che non possono più entrare dal Lido.

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