Nuovo Padiglione del Canada

Rifatto ai Giardini dopo sessant’anni e aperto per la Biennale Architettura

Sarà restaurato, dopo oltre sessant’anni e sarà pronto, tra circa un mese per l’inaugurazione della nuova edizione della Biennale Architettura il Padiglione del Canada ai Giardini. Un padiglione che parlerà anche un po veneziano, con il coinvolgimento dello studio lagunare M+B con l’architetto Troels Bruun, insieme all’architetto canadese Gordon Filewych e al milanese Alberico Barbiano di Belgiojoso.

Il figlio di quel Lodovico Barbiano di Belgiojoso, socio del gruppo BBPR: la sigla che indicava il gruppo di architetti italiani costituito nel 1932 da Gian Luigi Banfi appunto Lodovico Barbiano di Belgiojoso Enrico Peressutti e Ernesto Nathan Rogers. Fu proprio il gruppo di architetti del BBPR a progettare e far aprile al pubblico sessant’anni fa, nel 1958, il Padiglione del Canada nei Giardini Biennale. Il nuovo Padiglione è frutto di un lungo lavoro, iniziato circa quattro anni fa e alternato all’uso della struttura durante le Biennali Architettura e Arti Visive e ha previsto un investimento importante di circa tre milioni di dollari canadesi grazie al contributo della National Gallery of Canada, ridisegnandolo con un nuovo sentiero tra il Padiglione stesso e la vicina piattaforma che guarda in direzione della laguna e che potrà essere utilizzata anche per performance e interventi artistici al di fuori di esso durante lo svolgimento della Biennale. In occasione della riapertura del Padiglione del Canada - che segue, negli ultimi anni la ristrutturazione di quello dell’Australia e la nascita di quello della Corea sud - sarà inaugurata la mostra “Canada Builds a Pavilion in Venice”, che ne ricostruirà la storia e spiegherà anche le ragioni perché la sua realizzazione sia stata al tempo affidata dalle autorità canadesi a uno degli studi di architettura italiani più importanti del dopoguerra.

Per quanto riguarda invece la partecipazione nazionale del Canada a questa edizione della Biennale Architettura - intitolata “Free Space”, curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara e aperta al pubblico dal 26 maggio - essa sarà incentrata sul progetto “Unceded” curato dall’architetto e attivista canadese Douglas Cardinal con Anishnawbe Elders. Un progetto dedicato all’architettura delle originarie culture indigene del Canada, nei territori abitati dagli abitanti originari, non ceduti e non oggetto di trattati, nella provincia della British Columbia. (e.t.)

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia