Nuova vita per Palazzo Fortuny diventerà museo permanente

Da ottobre il Museo Fortuny sarà aperto tutto l’anno e diventerà un luogo di luce e «non crepuscolare come è stato fino ad adesso, più adatto all’arte contemporanea che a raccontare lo spirito positivista di Mariano», nato l’11 maggio di 150 anni fa a Granada e vissuto fin da giovane a Venezia, dove morì il 3 maggio 1949.
Ieri, in occasione della commissione sull’interrogazione del consigliere comunale del Pd Giuseppe Saccà, che aveva chiesto lumi sul destino del Museo Fortuny chiuso dall’acqua alta del 12 novembre 2019, è stato svelato il nuovo progetto della direttrice della Fondazione Musei Civici Gabriella Belli e raccontato nei dettagli dall’assessore al Bilancio Michele Zuin, delegato alla cultura dal sindaco Luigi Brugnaro .
Pur dicendo di apprezzare il lavoro svolto dall’architetta Daniela Ferretti (con la quale Fondazione ha chiuso i rapporti con un contenzione che attualmente dà ragione ai Musei Civici) ieri Belli ha spiegato che fino a oggi il museo non ha proprio rispecchiato l’anima illuminista di Mariano Fortuny che, invece, proprio per l’anniversario della sua nascita, «avrà un museo casa permanente, nuovo e in linea con quanto chiesto dalla vedova Henriette Negrin». Dall’incontro si è anche appreso che per ora non ci sarà una nuova direzione del Fortuny, ma un coordinamento con a capo Chiara Squarcina.
La ristrutturazione avverrà grazie ai 500 mila euro di ArtBonus donati dal Gruppo Pam e da 120 mila euro finanziati sul bilancio 2022 del Comune.
La novità assoluta è la luce: «Vedremo un passaggio da una passata idea decadente e crepuscolare» ha detto Belli «a una che racconta il Fortuny uomo di scienza, il cui contributo è stato nei settori della stampa dei tessuti, nell’illuminotecnica, nella scenografia e nella fotografia. Per questo abbiamo aperto gli spazi che ora illumineranno la sua casa».
I fondi del Gruppo Pam serviranno a risistemare il piano terra che sarà rialzato per evitare future acque alte, avrà un nuovo bookshop e sarà senza barriere architettoniche. Qui si continueranno a svolgere mostre di arte contemporanea. Al primo piano «dove è stata liberata la luce» ci saranno documenti originali, fotografia, tessuti, lampade, dipinti e la ricostruzione filologica del mobilio affinché si entri nel personaggio e in uno dei salotti culturali più celebri veneziani. Nel secondo piano si potrà toccare con mano l’attrezzatura originaria, il laboratorio di stampa fotografia e un telaio utilizzato per i tessuti. L’ultimo piano invece sarà dedicato alla didattica con laboratori di fotografia e tessile, archivio consultabile e uno spazio conferenze. Zuin ha specificato che i fondi comunali verranno impegnati per impianti nuovi, rinforzo solaio e manutenzione. —
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