Nuova Mala, da domani banditi sotto torchio

VENEZIA. Il sospetto è che almeno tre dei diciassette arrestati della Riviera del Brenta abbiano partecipato alla spettacolare rapina dell’1 luglio dello scorso anno alla barca Civis alla Scomenzera, a Venezia, portando via un milione e 280 mila euro.
Anche perchè uno di loro aveva lavorato nel centro storico lagunare e sa condurre le barche. Gli inquirenti sperano che durante gli interrogatori dei prossimi giorni uno o più degli arrestati, vistisi «incastrati» decida di «vuotare il sacco» e di collaborare. E gli interrogatori inizieranno domani nelle varie carceri del Veneto dove sono stati sparpagliati in modo che non entrino in contatto e non si accordino per le versioni da fornire.
È molto probabile, comunque, che la maggioranza di loro ricorra al silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere prima di aver visto le carte dell’accusa.
Il primo a essere sentito sarà uno di coloro che gli investigatori della Squadra mobile veneziana ritengono uno dei capi della banda, Delfino Fincato di Codevigo. È difeso dall’avvocato veneziano Florindo Ceccato e come molti degli arrestati ha un carriera criminale alle spalle: quando era giovane ha fatto da autista all’ex braccio destro di Felice maniero, quell’Antonio «Marietto» Pandolfo che era il più temuto della mala comandata da Felice Maniero perché il più crudele e il più forte. A Fincato è stata anche sequestrata l’automobile, una Peugeot, intestata alla figlia, visto che in alcune occasioni con quella sono stati trasportate le armi poi sequestrate (5 Ak 47 e altro).
Oltre a Costante Carraro, famoso per il suo soprannome legato a un condannato a morte negli Usa a causa della somiglianza e più volte in carcere per rapina e traffico di droga, c’è il sandonatese Gianni Buriollo, che la carriera criminale l’aveva iniziata da imprenditore con la sua ditta «B.B.F. sas» di San Donà, che emetteva fatture false per chi voleva utilizzarle in modo da abbattere i costi e anche le tasse da pagare e condannato per questo nel 2002 a tre anni e mezzo di reclusione. C’è poi il 55enne di Codevigo Claudio Uliana, più volte in carcere ma anche assolto nel novembre di cinque anni fa per ben sette rapine. Infine, il mestrino Lorenzo Visconti, sospettato di aver partecipato alla rapina in banca al Cavallino del 28 giugno 2004, durante la quale un complice, Giorgio Azzolin, venne centrato da un colpo sparato dalla guardia giurata.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia