Nuova legge per i falconieri «Più libertà di movimento e aiuto a salvare i rapaci»

Il Consiglio regionale cambia le norme dopo diciannove anni Pizziol: «Ci offriamo per curare gli uccelli malati e in difficoltà» 

la nuova legge

Dopo 19 anni dall’approvazione della prima legge sull’allenamento e addestramento dei falchi, il Consiglio Regionale ha recentemente votato e apportato modifiche alla normativa per una antica forma di caccia praticata in Veneto da una cinquantina di appassionati. «Siamo anche insigniti della qualifica di patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco», ricorda il veneziano Alessio Pizziol che è il presidente dell’Associazione Ordine dei falconieri d’Italia.

«Finora la vecchia legge ci consentiva l’attività di allenamento e addestramento e quella venatoria tutto l’anno ma in un solo campo, nel Comune di residenza o in quello attiguo. Ora abbiamo ottenuto maggiore libertà di scelta sul terreno dove esercitarci, sempre con accordi con i proprietari», dice Pizziol, «ma questo tipo di attività non si esercita ovunque: va svolta in terreni, lontani da strade di comunicazione, lontano da abitazioni e capannoni, in particolari condizioni meteorologiche. Inoltre i falconieri si sono detti pronti a collaborare con gli enti per la cura di rapaci feriti o malati. Ci mettiamo a disposizione per salvarli: i rapaci sono protetti, che non si possono cacciare. A Venezia non è facile», ammette Pizziol, «trovare aree dove svolgere questa attività evitando le zone dove si svolge la caccia regolamentata dalla Regione Veneto». In un territorio dove il cemento la vince sempre, finora i falconieri hanno avuto vita non facile. E in Consiglio regionale la nuova legge è passata con il dissenso delle opposizioni.

Ma falchi e falconieri svolgono anche servizi importanti, come il controllo dei cieli vicino all’aeroporto, per tenere lontani i gabbiani che possono interferire con il volo degli aerei e creare problemi di sicurezza. «Finalmente la Regione consente ai falconieri la possibilità di individuare le aree più idonee per lo svolgimento degli esercizi di volo quotidiani, imprescindibili per il mantenimento della salute psicofisica dei falchi». In cambio la categoria si mette a disposizione per la riabilitazione dei rapaci feriti e in difficoltà, e, continua Pizziol, per il «controllo della fauna selvatica, tenendo lontani o sotto controllo uccelli come cornacchie e gazze». Le associazioni più attive sono la associazione tra i Falconieri del Veneto per la Conservazione dei Rapaci, Conservazione Falconeria Progresso, GFI Gruppo Falconieri Italiani, Ordine dei Falconieri d’Italia. —

Mitia Chiarin

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