«Nostro nonno Vincenzo insignito da Napolitano»

Via da intitolare a Serrentino, intervengono le nipoti dell’ultimo prefetto di Zara «Ha già una strada in Sicilia, meglio che Jesolo la dedichi agli esuli dalmati»
Di Giovanni Cagnassi

JESOLO. «Nostro  padre Pietro è stato  insignito dal presidente  della  Repubblica Giorgio Napolitano, indubbiamente combattente partigiano, di una  medaglia in  memoria di suo padre e nostro  nonno Vincenzo, ultimo prefetto  di Zara  italiana».

Parlano dopo un educato silenzio le figlie del compianto avvocato Pietro Serrentino,  Brigitte e  Véronique Serrentino, nipoti del prefetto al quale l’associazione dei dalmati vorrebbe vedere intitolata una via del Comune di Jesolo quale appunto ultimo prefetto  di Zara italiana. Le due eredi chiedono rispetto per la figura del nonno, già riconosciuto dal presidente della Repubblica, e sono favorevoli invece all’intitolazione di una strada agli esuli giuliano-dalmati come, sono sicure, loro nonno avrebbe voluto.

A Jesolo si sono accesi gli animi in questi giorni, con l’Anpi di Roberto Ambrosin che invoca piuttosto una strada dedicata agli esuli dalmati e il Sel contrario decisamente all’intitolazione a Serrentino per la sua partecipazione al tribunale speciale della Dalmazia durante la seconda guerra mondiale.

«Desideriamo, in  quanto nipoti dirette  di  Vincenzo e  uniche figlie  dell’avvocato Pietro Serrentino», dicono, «precisare che non pensiamo  che  tale  onorificenza arrivata dal Quirinale possa  essere  stata  elargita   senza  previe  e serie  indagini  sulla   sua  vita   e   sul  suo  operato. Se questo non  basta   a fugare i dubbi  sull’onestà  di nostro nonno,  denunciamo  invece  delle  forti  perplessità sull’onestà intellettuale di  chi  ha  utilizzato questo  evento, strumentalizzandolo, per scatenare bieche  diatribe  di  bassa politica e per  perpetrare,  nonostante siano  passati più di 70 anni,   rancori, dissapori,  odi   ideologici  che  vorremmo  ormai  le  generazioni attuali  e future sapessero  superare in  nome  di principi nuovi  basati  sulla pace sociale e la  solidarietà, sulla  comprensione  che  la guerra  è sempre madre di  grandi orrori e dolori».

«Ultima  precisazione,  per  noi  non secondaria», aggiungono, «quando  si  è parlato sul giornale  di  “famiglia Serrentino” , è   doveroso  specificare che non  si  tratta   dei  discendenti  diretti      Serrentino, ma  della signora Franca Balliana,  moglie in seconde  nozze di nostro padre  e oggi  vedova. Io e mia  sorella  non  siamo  mai  state  interpellate sull’idea di  intestare una strada a nostro  nonno, e non  ne  avremmo  visto la  motivazione,  dal  momento  in  cui   nel  suo  paese  natale di Rosolini, in Sicilia,  già gli sono stati intitolati una  via, una placca sulla  sua  casa  e un   premio».

   «Siamo    assolutamente  favorevoli», concludono, «alla  intestazione  eventuale  di  una strada  nel  comune di Jesolo a nome  invece di  tutti  gli esuli  giuliano-dalmati. Così,  come  ne  siamo  certamente  convinte,  avrebbe  desiderato     nostro  padre  Pietro    che  ha  sempre  lottato     per  la  verità».

Una strada percorribile, quella dell’intitolazione agli esuli, che è stata proposta anche dall’Anpi di Ambrosin e che il sindaco, Valerio Zoggia, ha accolto con grande interesse.

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