«Non sono un gay», liceale di Chioggia massacrato a pugni

CHIOGGIA. «Guarda come ti vesti, sembri un finocchio». «Non è vero, non sono gay, lasciami stare, vedi di non rompermi più le scatole». Queste le parole all’origine dell’alterco che ha portato due studenti, entrambi diciassettenni, del liceo Veronese a menarsi nello spazio antistante l’entrata dell’istituto.
I fatti risalgono a sabato scorso, le lezioni sono già giunte al termine, è da poco passata l’una e la campanella d’uscita è già suonata. I ragazzi escono dalla scuola, varcano il cancello e, come spesso accade, si fermano qualche minuto in strada, dove insistono diversi plessi scolastici.
«Mi si è avvicinato un ragazzo», spiega lo studente che poi verrà colpito con un pugno «dicendomi che questo tizio, che io conosco solo di vista, mi voleva parlare e quando mi sono recato dai lui ho visto che era attorniato da parecchi altri ragazzi, anche provenienti da altri istituti, tanto da sembrare un agguato premeditato».
Sono volati i soliti insulti, con i quali già mi aveva apostrofato precedentemente e quando gli ho intimato di lasciarmi stare ed i miei amici mi stavano allontanando, lui mi ha aggredito, mentre ero di spalle, colpendomi con un pugno per poi saltarmi addosso e continuare a colpirmi».
È a quel punto che intervengono alcuni docenti dell’istituto, tra i quali il vicepreside Mattia Bullo, allontanano i due ragazzi e portano le prime cure allo studente che era stato colpito in faccia da un pugno molto ben assestato che gli ha procurato una ferita tra la bocca ed il mento, curata poi al Pronto soccorso con 9 punti di sutura (5 esterni e 4 interni) e guaribili nel giro di qualche giorno, anche se lo studente il lunedì successivo si è presentato regolarmente alle lezioni.
Sul posto sono poi intervenuti anche i carabinieri che hanno raccolto alcune testimonianze e fatto i rilievi di rito anche se, per il momento, non è ancora stata formalizzata alcuna denuncia che, visto che i due contendenti sono entrambi minorenni, può essere presentata solamente dai genitori.
Nessuno parla però di bullismo, anzi, tutti sono concordi nel dire che in realtà si tratta di due bravi ragazzi, come ha pure puntualizzato il dirigente scolastico dell’istituto, il professor Luigi Zennaro.
«Siamo rimasti allibiti», spiega Zennaro, «di fronte a tanta violenza, anche se confinata per fortuna in un solo pugno, tra due ragazzi normalissimi, in una scuola, come la nostra, dove non si sono mai registrati comportamenti strani che avessero fatto presagire a situazioni come questa. Non voglio minimizzare sia chiaro e non voglio difendere nessuno, ma siamo sconcertati dal fatto che tanti bravi ragazzi quando escono da scuola si trasformano diventando protagonisti di episodi così incresciosi. Certo il consiglio scolastico, a tempo debito, tratterrà il problema e prenderà una decisione sui fatti che sono accaduti e che ho anche potuto constatare quasi di persona, visto che ero appena uscito dall’istituto e sono stato prontamente richiamato. La scuola prenderà i provvedimenti che deve prendere, ma chiaramente, vista la nostra funzione educativa, non li renderemo pubblici». —
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