Non era loro neppure il terreno da edificare
JESOLO
Anche se gli appartamenti li avevano già messi in vendita, non era loro il terreno sul quale avrebbero dovuto costruire, in via Pordenone, il Greenery Residence. E neppure quello dove invece oggi, in via Berolin, ci dovrebbe essere la torre, la Cross Lam Tower. Terreni che non erano nella loro disponibilità. È sempre più dettagliato il quadro accusatorio della truffa messa in piedi da Fabio Bordin e della moglie Sonia Miatton, che attraverso le società Mia Re srl e Urban Bio srl si sono fatti consegnare caparre per appartamenti che non hanno mai costruito e non hanno mai consegnato.
Tra false fideiussioni – per conquistare la fiducia di chi aveva deciso di acquistare gli appartamenti su carta, mettendo sul piatto una caparra – e documenti irregolari presentati anche al Comune di Jesolo. Dalla perquisizione realizzata alla società Mia. Re, con sede legale a Treviso, nel febbraio del 2020 è emerso che la società aveva incassato somme a pari 1 milione 328 mila euro per la realizzazione di due complessi immobiliari mai realizzati. Non solo i cantieri edili non sono mai stati aperti, ma la società non è neppure mai diventata titolare dei terreni sui quali sarebbero dovuti sorgere gli edifici. Per ciò che riguarda il terreno di via Pordenone, per esempio, fallita la trattativa con la Mia. Re i proprietari lo hanno venduto, già nel luglio del 2019, ad un terzo soggetto. Per i terreni di via Bertolin invece, scaduto il termine del 31 dicembre 2019 per il contratto di compravendita successivo all’accordo preliminare, la società titolare del terreno, la Gitim sas, ha ritenuto il contratto risolto per inadempimento. La guardia di finanza di Jesolo, nelle sue informative al procuratore aggiunto Stefano Ancilotto, sottolinea come Bordin e Miatton abbiamo sempre taciuto, con le persone alle quali hanno venduto gli appartamenti, il fatto di non essere ancora proprietaria dei terreni. Nei contratti stipulati con i privati per incamerare le caparre c’era scritto però che «la società ha la disponibilità del terreno». Secondo la Finanza ci sono altri vari elementi per sostenere che ci fosse «una chiara volontà di non addivenire effettivamente alla conclusione dei contratti per l’acquisizione dei terreni».
Per ciò che riguarda le fideiussioni la stessa Sace, società romana, ha presentato denuncia alla procura di Roma sostenendo di non aver mai rilasciato polizze per conto della Mia. Re. Marito e moglie devono rispondere di falso, truffa, auto-riciclaggio. L’importo complessivo delle truffe per le quali si procede è di 730 mila euro, ma le operazioni di sequestro fino ad ora non hanno portato in cassa la somma per intero: le due società sono in fase di concordato e marito e moglie risultato aver pochissime proprietà (tutto in affitto o in leasing). E tra i truffati c’è anche l’agenzia Garden immobiliare alla quale la coppia si appoggiava. Dalle indagini della procura infatti è emerso che anche familiari dei titolari avevano versato circa centomila euro per l’acquisto di due appartamenti. «Gli stessi familiari hanno sporto querela nei confronti di Mia Re», precisano gli avvocati dell’Agenzia, Leonardo Marini e Alessandro Filippi, aggiungendo che «sono state avviate numerose azioni legali nei confronti della Mia. Re, l’agenzia ha svolto il mero ruolo di mediatore mettendo in contatto le parti che hanno liberamente determinato la conclusione degli affari che purtroppo hanno avuto un epilogo diverso». —
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