«Noi chiusi? Gli uffici, non la produzione»
MIRANO
Chiusi gli uffici, produzione al lavoro. È la singolare situazione che sta vivendo la Waycap di Mirano, nota azienda del settore accessori-moda, riconvertita nella realizzazione di mascherine. L’azienda veneziana aveva chiesto di proseguire l’attività alla Prefettura, come prevede il decreto del governo per le attività aderenti a determinate filiere industriali consentite. Ma nei giorni scorsi è arrivata la “bocciatura” per la sola attività di amministrazione di Waycap. «Credo ci sia stato un malinteso con i codici Ateco, che sono differenti per le nostre due attività», spiega l’imprenditore Manuel Faleschini, «È complicato lavorare in questo modo con l’amministrazione e commerciale da remoto in smart working, mentre la produzione va avanti. Però contiamo di chiarire quanto prima la nostra situazione con la Prefettura di Venezia e tornare alla piena operatività». Prima del coronavirus l’azienda veneziana produceva cappelli, guanti, sciarpe e borse, anche per grandi brand del lusso. Ora ha riconvertito la produzione per realizzare mascherine protettive Made in Italy contro il Covid-19. E ha allargato la filiera ad altre imprese del territorio. Faleschini ha messo a disposizione il proprio know how e l’innovazione tecnologica ad altre aziende della zona, che hanno già aderito al progetto.
Attualmente stanno lavorando alla realizzazione delle mascherine circa 300 persone. «La produzione è partita nelle scorse settimane e sta proseguendo bene, al ritmo di 160mila mascherine al giorno», spiega Faleschini, «Di recente abbiamo inviato una fornitura di 200mila mascherine in Sardegna e regalate molte ai comuni della zona tra Venezia e Padova». Sono state donate 12mila mascherine al Comune di Noventa Padovana, 4mila a Pianiga, a Mirano 6mila, Santa Maria di Sala 6mila, poi qualche migliaio alla Polizia di Stato di Venezia. «Le mascherine le vendiamo a prezzo di costo», prosegue Faleschini, «ogni eventuale guadagno lo reinvestiamo per regalarle. L’obiettivo è vendere i prodotti ad un prezzo più basso rispetto alle mascherine cinesi: non ha senso avere i nostri operai in cassa integrazione e far lavorare le aziende straniere». L’idea innovativa dell’imprenditore veneziano è quella di creare un sistema di “Solidarietà Circolare”, che va a colmare l’esigenza urgente di mascherine, dà lavoro a tante piccole e medie aziende produttrici italiane d’eccellenza ma in sofferenza per il calo temporaneo della domanda mondiale di abbigliamento, valorizza le materie prime ferme nei magazzini dei produttori.
La società veneziana Waycap è partecipata dal fondo Wise Equity, entrato nel capitale lo scorso giugno per accelerarne ulteriormente lo sviluppo. Waycap vanta un’esperienza ventennale nello sviluppo e nella produzione Business to Business (B2B) di accessori moda finiti, come cappelli, guanti, sciarpe e borse, con filiere sia Made in Italy, sia Made in Far East. Al progetto di Faleschini hanno aderito oltre una ventina di imprenditori veneti, che hanno messo a disposizione manodopera, macchine da cucire o da taglio, fornitura di scatole, produttori di elastici e tessuti. —
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