Noale, ala Covid all’ospedale: la città si divide sul piano dell’Usl

NOALE. Fa discutere e divide l’inserimento dell’ospedale di Noale tra le strutture da impiegare per l’emergenza Covid. Venerdì la sindaca Patrizia Andreotti ha informato di essere stata contattata dal direttore generale dell’Usl 3-Serenissima Giuseppe Dal Ben, che le ha prospettato la possibilità di portare dei pazienti Covid-19 non gravi e ospitarli all’interno del padiglione Fassina, da tempo inutilizzato. Il Pd va all’attacco della Regione sulla programmazione, ricorda di aver proposto già da metà marzo scorso il recupero dei posti di Lungodegenza a Noale ma di non essere stato ascoltato. «Non capiamo le scelte dell’azienda sanitaria» dice la consigliera regionale Francesca Zottis «e quali siano le basi tecniche che portino a scegliere il padiglione Fassina e non il monoblocco come “struttura Covid”. Questo modo di procedere emergenziale è un segno di pesante debolezza. È vero, siamo di fronte a una pandemia ma quando qualche mese fa avevamo proposto l’uso del monoblocco, chi di competenza poteva agire. Oggi invece ci troviamo davanti a una scelta senza alcun senso e presa in fretta».
Dello stesso avviso il collega a Palazzo Ferro-Fini Jonatan Montanariello: per lui si potevano e dovevano prevedere altre soluzioni. «Da cinque mesi» aggiunge «sosteniamo della necessità di adeguare gli edifici per far fronte alla mancanza di posti letto in vista della seconda ondata. Tentare di riaprire una struttura chiusa da decenni, quando a pochi metri c’è un monoblocco moderno e pronto all’uso è il sintomo dello strabismo che si ha nella considerazione delle risorse del territorio». Anche il rappresentante locale dello stesso partito, Fabrizio Stevanato invita Andreotti e farsi sentire. «Chieda il dettaglio degli interventi che possono rendere questo annuncio credibile» riflette «e s’informi perché cinque mesi fa non sono stati fermati i piani di chiusura della lungodegenza».
Altri a Noale vedono questa occasione dovuta al virus come un’opportunità di rilancio del Pier Fortunato Calvi. Con dei “ma”. «Siamo favorevoli a uno sviluppo e al consolidamento del nostro ospedale» dice il segretario della civica Noalesi al Centro Marco Rebesco «ma siamo anche preoccupati sull’evolvere della situazione all’interno dell’unità stessa. Vigileremo perché pure gli altri reparti, come Cardiologia riabilitativa, Medicina dello sport, Medicina fisica e riabilitativa e Medicina di gruppo integrata possano continuare a svolgere la loro funzione in totale sicurezza. Vogliamo essere coinvolti sulle varie decisioni che si prenderanno senza dover subire linee già adottate».
Soddisfatto, invece, Paolo Dalla Vecchia, ex consigliere a Noale, protagonista di tante battaglie in difesa dell’ospedale e autore di un libro sui 700 anni di storia di questa realtà. «Averlo difeso a oltranza» commenta «ha dato una nuova prospettiva al Pier Fortunato Calvi. Prima di chiuderlo serve fare delle riflessioni, perché Noale rientra in un sistema di area vasta. Questa notizia mi fa piacere: l’operazione decisa dalla Regione rilancia la nostra città. In passato sono stati presi dei provvedimenti troppo affrettati, quando per secolo questo ospedale è stato il nostro orgoglio. Ora, con la pandemia da Covid-19, solo un grande spirito di partecipazione e d’impegno possono aiutare a crescere e a rafforzare le nostre comunità locali». —
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