Niente tredicesime per mille famiglie di Riviera e Miranese

DOLO. Natale amaro per oltre 1.000 famiglie in Riviera del Brenta e nel Miranese, che hanno i propri cari come dipendenti delle aziende metalmeccaniche dei 17 comuni del comprensorio. Per loro quest’...

DOLO. Natale amaro per oltre 1.000 famiglie in Riviera del Brenta e nel Miranese, che hanno i propri cari come dipendenti delle aziende metalmeccaniche dei 17 comuni del comprensorio. Per loro quest’inverno non ci sarà la tredicesima. A denunciare questa pesantissima situazione, che inciderà non poco sui consumi, è il responsabile della Fiom – Cgil, Giuseppe Minto. «Oltre il 70% dei 1.500 lavoratori impiegati nelle sessanta aziende metalmeccaniche della zona non ha ricevuto la tredicesima», spiega, «Molte aziende fanno sapere di non poterla pagare nemmeno a gennaio. Per questo siamo pronti con gli uffici legali e i rappresentanti delle Rsu a fare azioni precise per far ottenere ciò che spetta ai lavoratori».

Ma non finisce qui. «In alcune aziende di Fossò e Mirano», spiega Minto, «oltre alla tredicesima, non è stato pagato neanche il mese di dicembre. In queste fabbriche ci saranno assemblee in cui si deciderà se protestare». Insomma la crisi continua a picchiare duro e molte persone queste vacanze natalizie le passeranno a casa risparmiando per il futuro. Se da un lato ci sono queste difficoltà, non mancano per la Fiom anche motivi di speranza. «Le aziende di meccanica di precisione, la Piovan a Santa Maria di Sala, e Mazzier a Scorzè», spiega Minto, «hanno fatto utili e il prossimo anno non sono escluse nuove assunzioni». Ci sono poi dei casi di aziende che sembravano sull’orlo del fallimento o che avevano di fatto già chiuso e che ora sono ripartite. Il loro percorso però va seguito con attenzione per evitare ricadute. Sono la Transuni (ex Unitrans) di Cazzago, che produce cassoni frigoriferi per camion, la Prearo Lampadari di Lughetto e la Navalmeccanica di Mira recentemente acquisita dalla Tecnolegno. «Se per Transuni e Prearo», dice Minto, «è previsto il ritorno al lavoro nel 2013 di tutto l’organico, per la Navalmeccanica le nubi restano fitte. Si tratta infatti dell’unico caso in cui tutti i sindacati hanno rifiutato di siglare un accordo avallato invece dalle Rsu. Con quell’accordo la nuova proprietà assorbe 17 dei 34 lavoratori della ex Navalmeccanica e condanna alla disoccupazione l’altra metà».

Alessandro Abbadir

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