Niente più studenti negli alloggi Junghans Esu: «Troppi costi e sede degradata»

L’Esu (Ente per il diritto allo studio universitario) pronto a “mollare” al Comune che ne è il proprietario il centro per la residenza universitaria dello Junghans alla Giudecca, che occupa da quasi vent’anni e anche la Casa dello studente di Santa Maria Ausiliatrice. Troppo deteriorata la struttura e troppo alti i costi digestione, come spiega il professor Bruno Bernardi, presidente dell’Esu di Venezia. «Vorremmo lasciare le due case dello studente entro l’anno», spiega, «e ne abbiamo già parlato con il vicesindaco e assessore al Patrimonio Luciana Colle. Ma recupereremo i 250 posti letto dello Junghans e i circa 40 di Santa Maria Ausiliatrice all’interno del nuovo piano per le residenze studentesche di Ca’Foscari e Iuav, con cui siamo in trattativa. È una scelta inevitabile perché spendiamo circa 300 mila euro l’anno tra i 245 mila euro per lo Junghans e i circa 40 mila di Santa Maria Ausiliatrice, per standard abitativi ormai scadenti. In particolare quella della Junghans è una ristrutturazione nata male dall’inizio e lo stesso Comune è in causa con l’impresa costruttrice chiedendo circa 4 milioni e mezzo di danni. Abbiamo dovuto addirittura togliere dall’offerta una trentina di stanze perché inabitabili per le profonde fessurazioni presenti al loro interno. Sono inoltre prive di angolo cottura e così gli studenti si portano i fornelletti elettrici in stanza per cucinare, che sequestriamo continuamente anche per ragioni di sicurezza, ma intanto i consumi elettrici salgono all’inverosimile. Per questo abbiamo deciso di restituire il complesso al Comune anche perché la convenzione con l’Esu è scaduta da otto anni ed è in proroga». E così una presenza studentesca che in buona parte lascerà la Giudecca. Il Comune è in causa da anni con la società Judeca Nova srl – che ha realizzato il centro di residenza studentesca universitaria alla Giudecca cedendo poi la proprietà dell’immobile al Comune – chiedendo un risarcimento danni complessiva di circa 4 milioni e 500 mila euro per i difetti costruttivi subito emersi nel complesso appena realizzato e poi ceduto in concessione all’Esu che qui appunto gestisce la casa dello studente. Una vicenda che si trascina ormai da diciotto anni, visto che già nel 2002, in seguito al sopralluogo congiunto di rappresentanti dell’Esu, del Comune e di Judeca Nova era emersa l’esistenza di fessurazioni e altri danni all’immobile riconducibili ai lavori eseguiti dall’impresa Cesi. Il Consulente tecnico d’ufficio nominato dal Tribunale ha svolto una relazione da cui rileva che nella Junghans sono presenti fenomeni di umidità e fessurazioni sulle pareti interne ed esterne e sui pavimenti, indicando appunto un costo complessivo di circa 4 milioni e mezzo di euro per il risanamento dell’immobile. Judeca Nova aveva riconosciuto la presenza di problemi nel complesso dovuti alle fessurazioni e alle lesioni statiche dovute a una non corretta esecuzione dei lavori, ma nonostante i ripetuti solleciti di Ca’ Farsetti non aveva mai eseguito i lavori. Centocinquanta dei circa 220 studenti dell’ex Junghans avevano inviato una petizione all’Esu sui problemi di manutenzione. Crepe nei muri delle stanze, porte che non si chiudono, lampade inesistenti nelle aule studio. E nelle cucine mancano i forni a microonde pubblicizzati dall’azienda. In media, gli studenti pagano dai 200 ai 300 euro al mese per una stanza singola. La residenza offre 113 stanze, delle quali 88 sono doppie, 19 singole e 6 sono altrettanto singole, ma con il bagno in comune. —
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