Niente domiciliari Silvano Maritan resta in carcere

san donà
Niente arresti domiciliari per l’ex boss del Veneto Orientale Silvano Maritan che aveva chiesto la misura meno afflittiva quando ancora era a processo davanti alla Corte d’Assise, sostenendo di averne diritto in quanto ultrasettantenne. Lo ha disposto la Corte di Cassazione, rigettando il ricorso di Maritan che a marzo è stato condannato a 14 anni per l’omicidio volontario di Alessandro Lovisetto, il 13 novembre 2016 in piazza Indipendenza, e a 4 mesi per aver portato con sé il coltello per uccidere.
Maritan aveva impugnato davanti ai giudici della Cassazione il provvedimento di rigetto dei domiciliari da parte del tribunale della libertà che aveva evidenziato come sussistessero le «esigenze cautelari di eccezionale rilevanza».
Nel ricorso, il difensore di Maritan, l’avvocato Giovanni Gentilini, ha sostenuto come «Nel provvedimento non si rinverrebbe alcuna concreta ragione per cui Maritan, ultrasettantenne, non dovrebbe attenersi alle prescrizioni a lui imposte», smontando anche il supposto pericolo di recidiva. I giudici della Cassazione hanno rigettato il ricorso evidenziando «un carattere estremamente violento solo dopo pochi mesi dall’espiazione, in parte ai domiciliari, di una lunga pena detentiva», valorizzando «l’assenza di autocontrollo necessario in sede di una misura, come gli arresti domiciliari, essenzialmente fondata sull’autoregolamentazione della condotta». Peraltro Maritan aveva chiesto, sottolineano i giudici, i domiciliari «nello stesso contesto territoriale in cui si sono consumate le condotte delittuose». —
Rubina Bon
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