Nell’ex salotto del boss Maniero allestito il museo che parla di legalità

il progetto
I l Museo della legalità nel salotto della villa in cui l’ex boss della mafia del Brenta Felice Maniero organizzava i suoi traffici e gli atti criminali. L’edificio in via Fermi recentemente è diventato la Casa delle associazioni intitolata a Cristina Pavesi, la studentessa di 22 anni morta nel 1990 nell’assalto al treno portavalori a Vigonza da parte della banda Maniero. Il museo verrà inaugurato lunedì 19 luglio, nel 29esimo anniversario dalla morte del giudice Paolo Borsellino, e prenderà vita grazie alla volontà congiunta del Comune di Campolongo Maggiore e dell’associazione “Mondo di carta”.
Il programma prevede alle 18.30 nel giardino adiacente alla villa la messa all’aperto in ricordo di tutte le vittime di mafia officiata da don Emanuele Degan, parroco di Campolongo, e alle 19.15 l’inaugurazione del museo. L’esposizione raccoglie alcuni degli elaborati artistici prodotti dai ragazzi di tutta Italia nell’ambito del concorso “Cristina Pavesi” e di artisti locali, oltre ad alcune pannellature sulla storia della mafia del Brenta e il percorso di riscatto avviato grazie alla cultura della legalità.
«Un ulteriore passo nel cammino di riscatto avviato dalla nostra comunità», dichiara l’assessore alla Cultura Mattia Gastaldi, «Dopo l’intitolazione della villa a Cristina Pavesi e la realizzazione del murale “Mai più mafia” dello scorso maggio, il 29 giugno il nostro consiglio comunale ha conferito la cittadinanza onoraria a Michela Pavesi, zia di Cristina impegnata da trent’anni nel ricordo della nipote, nel chiedere giustizia e a favore della legalità». Alla cerimonia, oltre alle autorità locali, hanno già confermato la presenza il Questore di Venezia Maurizio Masciopinto e l’assessore alla Cultura della Regione Veneto Cristiano Corazzari. Saranno presenti inoltre le principali associazioni antimafia nazionali. —
A.Ab.
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