Nel relitto della nave romana anche i predoni sottomarini

I carabinieri al “relitto delle alghe”, nave romana del II secolo al largo di Caorle trovano le tracce di possibili furti. Il censimento con strumenti d’avanguardia

caorle. Qualcuno si è immerso nel relitto della nave romana al largo di Caorle, sito archeologico protetto dall’Unesco. Se abbia preso o meno dei reperti da questo sito archeologico i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio non lo hanno ancora accertato. Lo hanno scoperto durante uno dei loro tanti servizi di controllo dei siti archeologici marini che devono proteggere in accordo con la Sovrintendenza dei beni ambientali e artistici del Veneto.

Tra agosto e ottobre scorsi, il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, la Soprintendenza per il Comune di Venezia e Laguna, quella per l’area metropolitana di Venezia e per le province di Belluno, Padova, Treviso, Verona, Rovigo e Vicenza, con l’ausilio del Nucleo Carabinieri Natanti di Venezia e del Nucleo Carabinieri Subacquei di Genova, hanno condotto una serie di interventi mirati alla tutela dei siti archeologici sommersi in acque marittime e intere del Veneto. Sommozzatori specializzati dell’Arma, archeologi e tecnici subacquei del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, dopo specifica programmazione degli interventi, si sono immersi al fine di verificare le condizioni conservative di alcuni importanti relitti d’età romana, rinascimentale e moderna, scoperti negli ultimi decenni nell’alto Adriatico e nel Lago di Garda.

Le attività hanno compreso immersioni tra i 5 e i 30 metri di profondità, l’esecuzione di nuova documentazione fotografica e video ad alta definizione, e il riposizionamento dei relitti mediante strumentazione Gps di ultima generazione. Un censimento con strumenti tecnologici moderni che garantisce una maggiore tutela. In particolare in prossimità della Laguna del Mort, sono stati ispezionati i siti cosiddetti “Eraclea1” ed “Eraclea2”, costituiti dai resti di due imbarcazioni da guerra, databili presumibilmente alla prima metà dell’Ottocento. Analoga attività è stata effettuata presso il lago di Garda, sul relitto cinquecentesco della “fusta” veneziana di Lazise in provincia di Verona, nave da guerra della Serenissima.

Presso il relitto navale di Caorle, conosciuto anche con il nome di “Relitto delle alghe”, antica nave romana oneraria di medio tonnellaggio, databile tra la fine del II secolo avanti Cristo e gli inizi del I dopo Cristo, sono state individuate violazioni della “Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo dell’Unesco, ratificata dall’Italia nell’anno 2009, in relazione alle quali il Nucleo Tpc di Venezia sta svolgendo delle indagini anche grazie alla testimonianza di persone che avrebbero visto dei sub immergersi.

Ad Arquà Petrarca è stato effettuato un servizio sul cosiddetto “Laghetto della Costa”, piccolo specchio d’acqua che si estende ai piedi dei Colli Euganei: sulle sue rive vi sono le tracce di un villaggio i cui resti risalgono prevalentemente all’età del Bronzo antico, facente parte dei 111 siti che formano gli Antichi insediamenti sulle Alpi tutelati, anche questi, dall’Unesco.

I nuovi dati acquisiti nel corso delle operazioni, nonché la valutazione sullo stato di conservazione dei siti, condotta dai tecnici del Ministero, consentiranno la prossima progettazione di interventi di protezione e, laddove possibile, di valorizzazione dei siti. —

Carlo Mion

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