Negozi sfitti, ecco come rilanciare la città

“Geo Com Centro Mestre” è lo studio-ricetta della Confesercenti: «C’è bisogno dei nuovi progetti e di maggiore qualità»
Di Marta Artico
POSSAMAI MESTRE: PIAZZA FERRETTO VISTA DALLA TORRE DI MESTRE..20/05/2008 © SALVIATO LIGHTIMAGE
POSSAMAI MESTRE: PIAZZA FERRETTO VISTA DALLA TORRE DI MESTRE..20/05/2008 © SALVIATO LIGHTIMAGE

Troppi negozi sfitti, poca specializzazione e una varietà di tipologia merceologica scarsa. Sono questi i principali “gap” del cuore della città, emersi dal cosiddetto “Geo Com centro Mestre”, una vera e propria mappa georeferenziata delle “vetrine” che si trovano passeggiando per le principali vie della terraferma, con tanto di numeri civici e categoria alla quale appartengono. Uno studio importante, frutto di un lungo e certosino lavoro sul campo (gli “addetti ai lavori” si sono consumati le suole) che ha prodotto un database territoriale, realizzato da Confesercenti Venezia in collaborazione con Venezia Opportunità.

Obiettivo? Offrire uno strumento per rianimare e risollevare Mestre rendendola competitiva e dal quale partire per riqualificare la città, evitando buchi nell’acqua e scelte sbagliate. A presentarlo ieri mattina, il direttore provinciale Confesercenti, Maurizio Franceschi, il vicesegretario Michele Lacchin, l’architetto e curatore Alessandro Calzavara e l’assessore al Commercio, Carla Rey. L’area oggetto di studio presa in esame, è quella centrale, corrispondente alla massima densità commerciale.

Nel complesso sono state coinvolte ben 73 tra vie e piazze, censendo tutti i piani terra, quelli che contribuiscono a creare il paesaggio urbano e dunque ad invogliare o meno a passeggiare, guardare le vetrine ed entrare nei negozi per comperare e mettere in moto l’economia. 1141 le unità non residenziali (non solo negozi ma anche studi, banche, artigiani, attività che hanno una rilevanza sociale). Di queste, il primo dato a saltare all’occhio, è che solo 731, dunque il 64 per cento, sono esercizi commerciali, il resto sono studi professionali o facsimile, posti dove comunque non si entra e ciò interrompe il fronte delle vetrine. 70 le categorie merceologiche in cui sono stati divisi i negozi e i servizi (giocattoli, informatica, telefonia, ma anche imprese funebri e autofficine).

Il secondo fattore evidenziato, è che lo sfitto rappresenta l’11 per cento della fetta di torta totale, raggiungendo un tetto definito quasi “patologico”. Lo strumento consente anche di leggere sotto il profilo commerciale alcune zone e dire, ad esempio, che in via Forte Marghera c’è una concentrazione di attività destinate al settore turistico, in piazza Barche una di banche ed istituti di credito, in piazza Ferretto negozi dedicati alla moda e all’abbigliamento. C’è però una anomalia, che fanno notare sia Calzavara che Lacchin: l’area centrale possiede servizi per la residenza, come piccoli alimentari che di solito non si trovano nel cuore storico, ma manca una specializzazione che la connoti, non è insomma, né carne né pesce: non c’è una via Condotti piuttosto che una zona dell’”usato”. «In ogni strada c’è un po’ di tutto», spiegano, «ma se perdiamo alcune attività di nicchia per così dire specializzate perché manca la massa critica e dunque l’afflusso che mantiene in vita un determinato negozio ricercato, emerge la banalizzazione, ossia il franchising che appiattisce e fa perdere l’attrattività».

Ecco perché è importantissimo, per Confesercenti, rilanciare la città, velocizzare interventi importanti. Franceschi li elenca: «Il Museo del Novecento, la riqualificazione di Piazza Barche, la partita di galleria Barcella». In via Circonvallazione, per rendere il concetto, si sono concentrati sanitari, onoranze funebri, funzioni correlate all’ospedale, ma al trasferimento del nosocomio non è corrisposta una trasformazione dell’asse viario el’area si è pian piano depressa. «Lo studio», spiega Franceschi , «è connotato da una forte situazione di crisi e dallo sfitto, il rilancio del commercio è legato alla riqualificazione urbana, che speriamo arrivi velocemente ed al miglioramento dell’offerta commerciale». La sfida è aggiornare il “Geo Com Mestre Centro”, cercare di sovrapporlo a Google e rendere disponibile a tutti: oggi è possibile trovarlo nel sito della Confesercenti.

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