Nautica di lusso

«L’Arsenale non teme confronti, neanche con Cannes: se questa fosse una marina sarebbe la più bella del mondo: si guardi intorno, non c’è nessun altro porto che tenga il confronto». Chapeau al bacino dell’Arsenale, dunque, proiettati in un’altra dimensione, con lo sguardo che si perde nella laguna. Gli 11 yacht in esposizione targati Ferretti ormeggiati lungo la banchina dell’Arsenale Nord, sono a dir poco scintillanti. Entrare all’interno di un gigante del mare extra lusso, affondare in un comodo divanetto di pelle accavallando le gambe e poggiando i piedi sulla moquette morbida è già di per sé un privilegio. Se poi le vetrate si affacciano direttamente nella cornice dell’antico complesso di cantieri navali che il mondo ci invidia, beh, qualcuno sarebbe disposto a pagare parecchio se gli offrissero la possibilità di ormeggiare proprio qui.
Ed è questo il pensiero che serpeggia tra gli “addetti ai lavori”, i marinai che mostrano le splendide creature in esposizione arrivate per festeggiare come si deve le nozze d’oro di Ferretti Yacht, gruppo leader mondiale nella progettazione costruzione e commercializzazione di motor yacht e navi da diporto e ormeggiate all’Arsenale, dove il sindaco ha annunciato di volere organizzare nella primavera 2019 il Salone della nautica di lusso.
Qualcuno ogni tanto esce in mare, si stacca dalla banchina e fa un giro, per far testare questi gioielli del mare a potenziali clienti invitati per l’occasione. Anche il sindaco sabato all’Arsenale ha voluto provare l’ebbrezza. «Ha guidato proprio quello», indica un comandante.
Eccolo, è il 920, il primo della fila. È salito, si è messo alla guida e si è divertito un po’. Andava bene? «Questi yacht fanno tutto da soli» spiegano gli addetti «sono magnifici». In fondo alla passerella i più piccoli, quelli da 14 metri, tre cabine più il marinaio, 9 persone a bordo comode nei loro appartamenti di lusso galleggianti, dove nulla è lasciato al caso, dai fiori sopra il tavolo della dinette ai copriletto. Il 70 piedi, ossia 21 metri, è stato venduto da qualche giorno a un imprenditore veneto; il contratto firmato poche ore prima dell’esposizione del cinquantenario. Ovviamente non trapelano indiscrezioni sul destinatario.
Il costo di un modello basic, senza optional, si aggira sui due milioni e mezzo di euro. Poi si va a salire, senza limiti di prezzo, assecondando i gusti dell’acquirente. Davanti a ogni gioiellino del mare una borsa con delle ciabattine impermeabili, in modo che chi non vuole salire a piedi nudi può infilarne un paio.
Gli addetti spiegano nel dettaglio ogni comfort dello yacht, le caratteristiche del modello, la tecnologia che nasconde. Si può fingere, per un giorno, di possederne uno. Basta salire, sedersi su un divano, visitare le camere da letto arredate di tutto punto, ammirare la cucina, le scale che portano alla parte superiore illuminate con faretti di design, posizionarsi ai comandi e immaginare di trovarsi in mezzo al mare.
Il 920 misura 23,99 metri al galleggiamento, perché da 24 in poi serve la patente per nave da diporto e cambia tutto, ma ci sono accessori e appendici che gonfiano la metratura. Il 960 spicca tra tutti perché è il più grosso a marchio Ferretti, poi c’è la versione Custom.
Il comandante lo mostra volentieri. «È un compleanno, questo, si può vedere tutto». Si parte da otto milioni e mezzo di euro. Ma a fare la differenza, l’impagabile optional dell’esposizione, è lo scenario: la splendida cornice dell’Arsenale. «Se fosse una marina» dice un comandante, «questo sarebbe il porto più bello del mondo: ci sarebbe la fila, indipendentemente dal costo, per ormeggiare lo yacht nel cuore di Venezia. Si potrebbero realizzare posti barca da 10 a 50 metri, del resto l’Arsenale è stato costruito per le navi. Fosse per me manderei via i giganti del mare e terrei solo gli yacht».
«Ma non lo diciamo a nessuno» la battuta finale «questo deve rimanere un segreto».
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