Musei chiusi a Venezia, appello a Brugnaro del mondo culturale. «Torni sui suoi passi e riapra le collezioni»

VENEZIA. La chiusura dei musei civici veneziani almeno sino al primo aprile decisa unilateralmente dal sindaco Luigi Brugnaro - con tutti i dipendenti posti in cassa integrazione e un bilancio che chiuderà in attivo grazie altri oltre 8 milioni di euro girati dal Governo per le precedenti chiusure legate all’emergenza Covid - diventa un caso nazionale.E “produce” già un appello (diffuso anche dal sito Yitali.com) che invita Brugnaro e la Fondazione Musei presieduta da Maria Cristina Gribaudi e diretta da Gabriella Belli (finora entrambe silenti su tutta la vicenda, visto che poche settimane prima si erano entrambe espresse per la riapertura delle collezioni)) a tornare sui propri passi.
Tra i primi firmatari, nomi eminenti della cultura italiana e veneziana, tra cui la presidente dei Comitati Privati per la salvaguardia di Venezia e già direttrice delle Gallerie dell’Accademia Paola Marini, lo storico dell’arte e archeologo Salvatore Settis. E ancora storici dell’arte e docenti universitari come Nico Stringa, Mario Infelise, Giordana Trovabene. Direttori di musei come Maria Flora Giubilei (alla guida della Galleria d’arte moderna di Genova), Eugenio Manzato (già direttore dei Musei Civici di Treviso), Margherita Tirelli (già direttrice del museo archeologico di Altino), Camillo Tonini (già conservatore di Palazzo Ducale e museo Correr), Flavia Scotton (già alla guida di Ca Pesaro), così come Silvio Fuso, che ha avuto a lungo alla responsabilità di Palazzo Fortuny. Artisti, come Giovanni Soccol, giornalisti culturali comeFranco Miracco. Ma sono solo alcuni nomi di una lista molto più ampia e destinata ad allungarsi.
«L’atto di forza compiuto dal sindaco - si legge nell’appello - offende il principio fondamentale contenuto nella Convenzione firmata nel 2008 tra il Comune di Venezia e la Fondazione Musei Civici di Venezia. Esattamente lì dove si dice (Articolo 7) che la Convenzione sottoscritta regola i rapporti tra i due soggetti fruizione e valorizzazione dei Musei civici veneziani».
E poi prosegue: «Principi e parole che vengono cancellate dalla “serrata” pretesa dal Comune di Venezia, in tutta evidenza indirizzata in direzione opposta al miglioramento delle condizioni di conoscenza del patrimonio storico, artistico, culturale di Venezia. La notizia di una scelta così drastica, quando il governo sta facendo moltissimo anche per i Musei di Venezia e l’Europa attende da noi scelte significative, lascia senza parole poiché equipara il sistema museale ad un servizio ad esclusiva funzione turistica; non tenendo conto che in tutto il mondo i grandi musei svolgono compiti fondamentali di studio, conservazione e cura dei materiali loro affidati. Qui non è questione di polemica politica, qui è in ballo il futuro culturale della città», che non può essere legato solo alla monocultura turistica.
E l’appello a Brugnaro si conclude così: «Torni per favore sulle sue decisioni, apra una discussione, consulti chi pensa di avere idee sulla questione Musei. Esattamente 100 anni fa il Palazzo Reale fu consegnato alla città per consentire nel 1922 l’apertura del grande museo Correr. La chiusura di tutte le collezioni sarebbe uno strano modo di celebrare questa data fondamentale per la storia delle raccolte veneziane. Siamo in tempo per trovare soluzioni alternative; bisogna unire le forze, mettere in campo idee, avanzare proposte. Per Venezia ci troveremo in tanti».Anche Vittorio Sgarbi, presidente del Mart di Rovereto che il 16 gennaio aprirà la nostra su Umberto Moggioli, proveniente proprio da Venezia, annuncia: «Scriverò al sindaco Brugnaro per invitarlo a sospendere le chiusure. E’ una decisione assurda e incomprensibile, in controtendenza con altre città d’arte come Firenze. Venezia non può mandare questo segnale così negativo proprio in questo momento». —
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