Murano, la guerra del vetro artistico Esposti e polemiche

MURANO. Murano, la battaglia per i clienti. La crisi del vetro porta tensioni e veleni. Denunce incrociate e appelli al Comune perché aumenti la vigilanza e blocchi la concorrenza sleale. Polemiche e qualche minaccia, con annunci di denunce in Tribunale. Paolo Berlese, titolare di un’attività di vendita di vetro artistico, ha presentato un esposto ai vigili urbani denunciando la ditta confinante, l’Ellegi glass. «Un’entrata privata è stata trasformata in negozio, senza permessi», accusa l’imprenditore, «e non un caso isolato». Sopralluogo dei vigili di Murano, verbale e multa per mancanza di autorizzazione. «Invece si tratta di un divieto del regolamento di Polizia urbana, bisogna chiudere, essere più severi», dice Berlese, che ha scritto un’altra lettera di fuoco al sindaco e al comandante dei vigili urbani Luciano Marini. Un episodio non isolato. Per far fronte alla mancanza di clienti le ditte si fronteggiano anche al Tronchetto e con le offerte delle agenzie.
Molte vetrerie hanno chiuso, altre hanno ridotto l’attività. La gran parte ha rinunciato alla produzione di alta qualità. «I clienti sono in calo, ma soprattutto non spendono», dicono gli operatori, «spendono due o tre euro per i cavallini, 30 euro per una copia di lampadario. Non importa a molti se questi sono fatti in Cina e non dai maestri vetrai dell’isola». Maestri che non trovano più allievi a cui insegnare, nonostante l’impegno della Scuola del vetro. Ma il mercato è cambiato, e il turismo di massa chiede oggetti meno pregiati e meno costosi. E un altro fronte si apre sulla guerra del vetro di Murano. Sette fornaci che hanno la sede in Canal Grande di Murano, tra il Faro e il rio di San Donato, hanno inviato una petizione al sindaco Orsoni e all’assessore alla Mobilità Ugo bergamo. Chiedono venga modificata l’ordinanza 310 del 3 luglio 2011 che vieta l’ngresso in Canal Grande di Murano (Angeli, Ponte Lungo, Vivarini, San Giovanni dei Battuti) a tutte le imbarcazioni che non sono in possesso dell’autorizzazione comunale. In sostanza possono accedere ai pontili delle vetrerie soltanto i taxi con la licenza gialla o verde del Comune. Gli altri possono essere multati. L’appello è firmato da sette importanti vetrerie, la Colleoni, la Ferro Lazzarini, Galliano Ferro, Civam, Il Doge di Venezia, vetreria Ducale, Consorzio Venice Doge. «Chiediamo che almeno nel tratto iniziale del Canal Grande, fino all’imbocco con il rio di San Donato», scrivono i titolari delle vetrerie, «l’accesso sia garantito a tutti. Questo perché in condizioni di crisi la limitazione degli ingressi potrebbero nuocere pesantemente all’economia e portare a licenziamenti»
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