Muore nell’incidente aereo Il marito pilota va a processo

Rinviato a giudizio Renato Franco che era alla guida dell’ultraleggero precipitato Assolto il tecnico Sergio Chiavegato, rappresentante legale della ditta di controlli  

campolongo

Al comando dell’ultraleggero, il 6 luglio 2014, c’era Renato Franco, 57 anni di Piove di Sacco. Al suo fianco la moglie Lucia Battistello, 47 anni. La coppia padovana stava tornando al campo di volo “La Fattoria” di Codevigo dopo una gita in Croazia, quando il velivolo si era schiantato in un campo a ridosso della ferrovia Mestre-Adria, in territorio di Campolongo. Battistello, di professione parrucchiera, morì.

Ora il marito dovrà affrontare il processo per il decesso della consorte, rispondendo dell’accusa di omicidio colposo. Ieri, infatti, Franco è stato rinviato a giudizio dalla giudice per l’udienza preliminare Roberta Marchiori. La prima udienza è fissata per il 10 dicembre davanti al tribunale monocratico.

La Procura accusa Franco di aver sostituito l’elica originale dell’ultraleggero con una diversa, che non sarebbe stata in grado di compensare il surriscaldamento del motore per il minore flusso di aria. Oltre che di non aver installato l’avvisatore di stallo, quel dispositivo che indica la perdita di potenza del motore e quindi la necessità di effettuare una manovra di emergenza. A pesare sulla posizione di Franco, anche la consulenza tecnica disposta dalla Procura. La difesa del marito della vittima, con gli avvocati Davide Pessi e Jacopo Al Jundi, sostiene come sia l’elica che l’avvisatore di stallo, non rappresentino elementi di rilievo nella causazione dell’incidente. E su questa linea i legali imposteranno la difesa nel corso del dibattimento.

Assolto invece dalla gup Marchiori, sempre per l’accusa di omicidio colposo, Sergio Chiavegato, 54 anni, veronese di Isola della Scala, legale rappresentante di “Aliveneta”, ditta che aveva effettuato i controlli sul velivolo. Chiavegato, con gli avvocati Leva e Botturini, aveva chiesto il giudizio con il rito abbreviato che gli avrebbe consentito di beneficiare dello sconto di un terzo della pena qualora fosse stato condannato. Secondo la sostituto procuratore Elisabetta Spigarelli, titolare del fascicolo, nel 2011 Chiavegato aveva rilasciato l’attestazione dei componenti del velivolo nel quale era indicato anche l’avvisatore di stallo, che però sarebbe stato inesistente. È stato invece dimostrato come la presenza del dispositivo fosse stata correttamente verificata nel corso del controllo, tre anni prima dell’incidente. Nel procedimento in udienza preliminare non si è costituita alcuna parte civile nonostante l’avviso fosse stato dato ai figli della vittima, oltre che di uno degli imputati.

L’incidente si era verificato al termine di una giornata di divertimento e relax per la coppia di padovani che era stata in Croazia a bordo del suo Eurostar. Durante il viaggio di ritorno, a pochi minuti dall’atterraggio previsto a Codevigo, la tragedia.

«Sono stati i momenti più brutti della mia vita», aveva raccontato Renato Franco dopo molti mesi di riabilitazione per rimettersi dalle ferite fisiche riportate nell’incidente, «È quello che nessuno mai mette in conto che possa accadere». —



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