Muore in bici investito da un furgone

Gianni Casagrande aveva una grande passione per la bicicletta. Chi lo conosceva racconta che più volte la settimana ci scappava un bel giro.
Ieri, di buon mattino, l’intenzione era sempre quella: farsi qualche chilometro in compagnia, ma non ne ha fatti neanche due. Casagrande ha incontrato la morte in via Onaro a Rio San Martino, all’altezza di via Buonarroti, investito da un furgoncino, condotto, ironia della sorte, da un ciclista amatore. Casagrande, 56 anni di Zero Branco, è morto sul colpo e quando i soccorsi sono arrivati, per lui non c’erano più speranze.
È ancora la provinciale che collega la frazione di Scorzè a Scandolara, nel Trevigiano, il teatro della tragedia avvenuta poco dopo le 7. Via Onaro non è nuova a episodi simili: a fine 2007 erano deceduti due ciclisti, Lorenzo Bevilacqua, 42 anni di Spinea, e Carlo Pavan, 57 anni di Marghera, travolti da un’auto. Stavolta è toccato a un pensionato che stava raggiungendo gli amici a Istrana per poi pedalare verso il Montello. Un tragitto classico per i cicloamatori, che chissà quante volte Casagrande aveva percorso. Ieri mattina l’uomo ha inforcato la sua bici e, una volta uscito di casa, in via Gallese a Zero Branco, ha percorso tutte le stradine interne per raggiungere via Onaro. Secondo le sue intenzioni, si sarebbe dovuto congiungere a Istrana con gli amici della Società ciclistica di Noale, a cui è iscritto da anni, ma questi non lo hanno mai visto arrivare. Arrivato all’altezza di via Buonarroti, Casagrande è stato investito da un furgoncino che viaggiava verso la sua stessa direzione, Scandolara, che lo ha trascinato per alcuni metri: il decesso è stato immediato. La bici era quasi piegata a bordo strada. Per consentire ai militari dell’Arma di fare i rilievi e rimuovere la salma, quel tratto di strada è stato chiuso al traffico per circa tre ore. Sono ancora in corso le cause per capire cosa sia successo, se si tratta di una distrazione o di una manovra errata di uno dei due. Subito è scattato l’allarme e sul posto sono arrivati medici del Suem, i carabinieri e i vigili del fuoco. Illeso ma sotto choc l’autista del mezzo, mentre i pochi residenti della zona hanno sentito un botto; qualcuno è uscito a vedere cosa fosse accaduto. L’uomo era andato in pensione da poco tempo, dopo una vita spesa a fare il meccanico degli autobus, prima con la ditta Longo di Scorzè e poi con la Marca Bus di Treviso. Tra i suoi passatempi preferiti c’era proprio la bicicletta.
Lascia la moglie Anna Marina, i figli Alice e Alex e il fratello Renzo. La notizia della sua morte è arrivata alla famiglia nel giro di poco tempo e subito dopo molti amici si sono recati in via Gallese per fare le condoglianze.
I funerali si svolgeranno nei prossimi giorni nella chiesa di Zero Branco.
Alessandro Ragazzo
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