Muore a 71 anni Elia Richetti fu rabbino per nove anni in città

Il ricordo commosso della piccola comunità ebraica veneziana  Dario Calimani: «Era una persona dal grande carisma e umanità» 
20090113 - VENEZIA - REL - EBREI: RABBINI, CON RATZINGER CANCELLATI 50 ANNI DIALOGO. Il rabbino capo di Venezia, Elia Enrico Richetti, in una immagine di archivio. Con Benedetto XVI, la Chiesa sta cancellando i suoi ultimi ''cinquanta anni di storia'' nel dialogo tra ebraismo e cattolicesimo: a lanciare la critica e' il rabbino capo di Venezia, Elia Enrico Richetti, che - in un editoriale per il mensile dei gesuiti ''Popoli'', ha spiegato i motivi che hanno portato il rabbinato italiano a non partecipare alla prossima Giornata sull'ebraismo, indetta per il 17 gennaio dalla Confrenza episcopale italiana. ANSA/ANDREA MEROLA/DRN
20090113 - VENEZIA - REL - EBREI: RABBINI, CON RATZINGER CANCELLATI 50 ANNI DIALOGO. Il rabbino capo di Venezia, Elia Enrico Richetti, in una immagine di archivio. Con Benedetto XVI, la Chiesa sta cancellando i suoi ultimi ''cinquanta anni di storia'' nel dialogo tra ebraismo e cattolicesimo: a lanciare la critica e' il rabbino capo di Venezia, Elia Enrico Richetti, che - in un editoriale per il mensile dei gesuiti ''Popoli'', ha spiegato i motivi che hanno portato il rabbinato italiano a non partecipare alla prossima Giornata sull'ebraismo, indetta per il 17 gennaio dalla Confrenza episcopale italiana. ANSA/ANDREA MEROLA/DRN

IL LUTTO

La sua voce ancora risuona nel Ghetto dove fu Rabbino dal 2001 al 2010. Ieri a 71 anni è morto Elia Richetti, vissuto a Venezia come Capo della Comunità ebraica prima di ritirarsi a Milano, in pensione.

Nel panorama dei rabbini italiani Richetti è stato colui che meglio ha incarnato le doti del bel canto di cui era appassionato cultore.

«Era un cantore dalla voce possente» ricorda Dario Calimani, presidente della Comunità ebraica. «Conosceva, come pochissimi altri, le melodie liturgiche di tutte le Comunità ebraiche italiane e non solo. Era una persona di eccezionale carisma e di umanità impareggiabile, guida appassionata per i giovani e Maestro ricco delle virtù della semplicità e dell'amicizia per tutti». Il Ghetto, con molte probabilità a fine mese, gli dedicherà una giornata di studio in suo ricordo.

Nato nel 1950 a Milano, Richetti conseguì la maturità classica a Milano per poi iscriversi alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere. Nel 1974 con la moglie Enrica Orvieto si trasferì a Gerusalemme, dove conseguì la laurea rabbinica e la specializzazione come scriba nel 1978. Richetti tornò in Italia a Trieste nel 1979 dove vi rimase come Rabbino capo. Nel 1980 venne cooptato nel Consiglio dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia come segretario e tesoriere dell’assemblea medesima, incarico che ha mantenuto per ventisette anni fino a diventare lui stesso presidente.

Dal 1983 al 1991 è stato eletto membro della Consulta Rabbinica Italiana e del Consiglio dell’Unione delle comunità ebraiche d’Italia. Dal 1989 al 2001 è stato vice Rabbino Capo di Milano e in seguito Rabbino Capo di Venezia. È stato membro del Tribunale Rabbinico di Milano e del Tribunale Rabbinico del Centro-Nord Italia.

Ha pubblicato un saggio su “Le Mitzwòt al femminile”, uno studio su “La Rassegna Mensile di Israel” e curato l’edizione di formulari liturgici ebraici. Il nonno, rabbino Ermanno Friedenthal, fu l'ultima guida spirituale della comunità ebraica di Gorizia prima della Shoà e il primo rabbino della Milano liberata dai nazifascisti nel 1945. Membro della Consulta Rabbinica, già Presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana, è stato Vice Rabbino Capo di Milano, Rabbino Capo di Trieste, Rabbino di Vercelli e di Merano, Rabbino di riferimento per le Comunità di Verona e di Napoli. «Il rabbino Richetti, nel panorama dei rabbini italiani, è stato colui che meglio ha incarnato le doti del bel canto» conclude Calimani «Per l'ebraismo italiano, una perdita non facilmente riparabile». —



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