Muore a 50 anni per un tumore dopo le missioni all’estero

PIANIGA. Lutto nell’Aeronautica militare. Ieri mattina, a causa di un tumore, è deceduto il maresciallo di prima classe in congedo Stefano De Gasperi. Aveva 50 anni, compiuti lo scorso 14 giugno, era originario di Abano e abitava a Mellaredo di Pianiga. Lascia la moglie Annalisa e un figlio minore. De Gasperi aveva compiuto diverse missioni di pace all’estero, in Kossovo, Albania, Afghanistan. Dall’ultima, in Afghanistan, era tornato nel 2014. Le prime avvisaglie del male che lo ha stroncato le ha avvertite dopo il rientro da quell’ultima missione. Una forma molto aggressiva che lo ha costretto a più ricoveri anche a Padova e contro la quale ha lottato con grande volontà. Fino a 7 mesi fa era convinto di potercela fare, era carico di coraggio e aveva una forza interiore grandissima che gli veniva dall’amore per la sua famiglia. L’aggravamento negli ultimi mesi, negli ultimi giorni era ricoverato in una struttura specializzata.
«Stefano era un carissimo amico», lo ricorda Giovanni Amato, pensionato dell’Aeronautica, «sospettava di aver contratto la malattia in Afghanistan simile a quella di molti altri soldati che sono stati in missione di pace. Era giovane ed era stato collocato in congedo proprio per malattia un anno e mezzo fa, dichiarato non idoneo al servizio militare incondizionato. Si era iscritto all’Unsi Euganea (Unione nazionale sottufficiali italiani) associazione di Abano che segue i militari ammalati per sospetta esposizione all’uranio impoverito e alle onde elettromagnetiche».
Stefano De Gasperi era entrato in aeronautica giovanissimo: il suo sogno era fare il militare. E nella sua passione aveva trascinato anche un fratello, militare pure lui. «Considerava l’Aeronautica la sua seconda famiglia. Era una persona buona e generosa, impossibile non volergli bene perché lui era altruista», dice la moglie Annalisa, «prima venivano gli altri. Era una persona equilibrata, razionale, aveva un sacco di amici. I colleghi di lavoro lo amavano. Lui viveva per la famiglia, noi vivevamo in simbiosi. È l’ennesimo militare in Italia che si ammala dopo essere stato in missione» è l’amara considerazione di Annalisa. A Mellaredo cantava nel coro della parrocchia. Qui verrà celebrato il funerale. —
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