Movimento consumatori processo all’ex presidente

Lorenzo Miozzi comparirà il prossimo giugno davanti alla Corte dei Conti con l’accusa di danno erariale per l’uso dei fondi ricevuti dalla Regione
Lorenzo Miozzi
Lorenzo Miozzi

MESTRE. Fondi pubblici ottenuti per portare avanti progetti associativi, ma spesi per scopi diversi. Con questa contestazione l’ex presidente nazionale del Movimento Consumatori, il mestrino Lorenzo Miozzi, finirà a processo davanti alla Corte dei Conti il prossimo giugno. Se sul piano penale le indagini sono state chiuse il mese scorso dalla Procura con l’accusa di truffa aggravata, su quello erariale il caso è già a dibattimento con l’ udienza fissata per il giorno 8.

I fatti sotto la lente della magistratura contabile si inquadrano nel periodo 2010-2012, con riferimento ai soldi che il Movimento ha ricevuto dalla Regione e dalla Camera di Commercio per svolgere le attività legate allo Statuto. La somma, di poco inferiore ai 400 mila euro, non sarebbe stata però utilizzata propriamente. Di qui la contestazione di danno erariale. Contestazione che però la difesa respinge con decisione: «Contiamo di far rivedere completamente l’impostazione accusatoria», spiega l’avvocato Andrea Pasqualin che assiste Miozzi davanti alla Corte dei Conti, «Ravvisiamo profili di infondatezza». L’ex presidente del Movimento, dunque, conta di poter spiegare - e soprattutto di dimostrare - che la destinazione dei soldi ricevuti era perfettamente in linea con le finalità dell’elargizione.

La documentazione è stata nel frattempo inoltrata alla Procura penale che ha chiuso a fine gennaio le indagini a carico di Miozzi. Le somme versate dalla Regione e finite nel mirino della magistratura sono le seguenti: 77 mila euro sui 120 mila ricevuti per il nuovo sito del Movimento; 125 mila sugli 185 mila per Consumatori in Piazza; 10 mila sugli 85 mila ricevuti per il festival dei Consumatori; 32 mila sui 50 mila per gli Sportelli per i consumatori; 9 mila su 29 mila per “Il Veneto per i consumatori”. Contestata anche una tentata truffa per 47 mila euro (non incassati) per “Facciamo i conti”. Per quanto riguarda invece i soldi ottenuti dalla Camera di commercio: 30 mila su 60 mila per “Veneto 2020”; circa 10 mila euro incassati per “Aequa promozione conciliazione”; 17 mila euro su 23 per “100% educazione cittadinanza economia”; 5 mila su 10 mila del progetto “Odio i falsi”; 36 mila del contest “Facciamo i conti” e la metà dei 7.500 euro per “Turismo sostenibile”. L’inchiesta a carico di Miozzi è stata condotta dalla Polizia tributaria della Guardia di Finanza e ha avuto un doppio sviluppo: sul piano penale e, appunto, su quello erariale.

Al processo davanti alla Corte dei Conti compariranno anche i legali del Movimento Consumatori e dell’ex referente regionale dello stesso.

Sabrina Tomè

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