Mose, scontro sulle cerniere da sistemare Linetti “riassunto” come consulente

Se n’era andato in pensione un mese fa da provveditore. Adesso Roberto Linetti, ingegnere romano ed ex dirigente del ministero delle Infrastrutture, torna in laguna da consulente. L’incarico «di consulenza e studio per le attività del Mose» è a titolo gratuito, ed è stato firmato dal Capo Dipartimento a termine del ministero, l’architetto Maria Lucia Conti. Anche lei «ripescata» dalla pensione nel maggio scorso. Un ritorno che Linetti ha cercato. E adesso ottenuto, manca solo la registrazione della Corte dei Conti, per le sue competenze in materia. Che riaccende però conflittualità mai sopite. Solo qualche mese fa, nel corso del convegno sul futuro del Mose, il commissario straordinario dell’Anticorruzione Raffaele Fiengo aveva attaccato frontalmente Linetti. Quest’ultimo aveva risposto accusando i commissari di «non aver fatto nulla». Uno scontro culminato nelle nomine firmate da Linetti sulla commissione di gara per i restauri delle cerniere ammalorate del Mose. La gara 53, con 34 milioni di euro da spendere, decisa per cominciare a togliere la ruggine dal cuore del sistema Mose. E per studiare sistemi in grado di avere una durata maggiore. Ma sui nomi dei commissari – l’ingegnere Dario Berti ex Comar, la società che ha lavorato alle vecchie cerniere, Susanna Ramundo ex dirigente Rina, il registro navale che ha dato perizie sul funzionamento delle cerniere e la vice provveditrice Cinzia Zincone – gli amministratori straordinari del Consorzio hanno avanzato dubbi pesanti e chiesto chiarimenti all’Anac di Cantone. «Conflitto di interessi», perché potrebbero trovarsi a decidere su cose che li hanno visti al lavoro come consulenti. Problema che potrebbe presentarsi a parti invertite anche per lo stesso Linetti. Che dovrà ora occuparsi del Mose proprio a partire dalle sue tante criticità e dalle cerniere. Su questo tema è già stato convocato un vertice tecnico nella sede del Provveditorato. Ma ancora non è risolto il nodo delle competenze e di chi avrà in mano la gestione del sistema, una volta che questo sarà concluso e collaudato, nel 2022.
«Il nuovo ministro sta studiando le carte e vuole conoscere a fondo la questione prima di prendere decisioni», dicono al ministero. In ballo c’è la nomina del commissario Sblocca cantieri del Mose, insieme a quelli per i cantieri dell’Alta velocità, e naturalmente il nuovo Provveditore. Tramontate le ipotesi fatte dal ministro Toninelli, il colonnello dei carabinieri Gaetano De Stefano e il dirigente del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici Emanuele Renzi. Adesso si spulcia nei 30 curricula presentati dai dirigenti di prima fascia del ministero che avrebbero titoli e competenze per prendere in mano la questione. Boatos romani anche su una possibile conclusione dell’amministrazione straordinaria per il Consorzio Venezia Nuova. Ma qui i pareri sono discordi. «Serve mantenere un controllo di legalità», sostengono i difensori dei commissari. Un puzzle che sta ora al nuovo ministro ricomporre. Tenendo presente le due esigenze di completare l’opera, ma anche di evitare sprechi e garantire la legalità per non tornare a prima dello scandalo. Intanto, in attesa del nuovo Provveditore e del commissario, arriva il consulente Linetti. —
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