Mose, il Consorzio vuole soldi Lettera di Miani alle imprese

«Dovete pagare 7 milioni di euro». Taglio dei crediti su lavori già fatti anche  alle aziende degli impianti. Polemiche e ritardi, cantieri fermi in attesa dei fondi
Alberto Vitucci



Non vengono pagate per i lavori già fatti. E adesso vengono richieste di pagamenti di milioni di euro. Le imprese del Consorzio Venezia Nuova sono sul piede di guerra. E minacciano di bloccare i già fermi cantieri del Mose.

L’ultima doccia fredda è una lettera arrivata dal commissario liquidatore Massimo Miani. Che chiede al Consorzio Veneto Costruttori San Marco il versamento di 7 milioni e 612 mila euro, suddivisi per impresa e quote azionarie, per la “messa a disposizione di mezzi finanziari”. Il direttore del Consorzio San Marco ha così richiesto alle imprese consorziate la loro quota di “arretrato”. Due milioni e 169 mila euro alla Mantovani, 1 milione 294 mila alla Coedmar, 989 mila al Consorzio Rialto, 761 mila alla Ccc, Vittadello, Consorzio Lepanto e Società attività Marittime spa, 114 alla Sacaim.

Aumenta la tensione, dunque. In attesa della riunione convocata per il 27 maggio al Tribunale civile per decidere sulla procedura di “ristrutturazione del debito”.

Una strada imboccata da Miani, che si avvale come consulente di Stefano Ambrosini, superavvocato indagato dalla Guardia di Finanza proprio per presunti illeciti fallimentari.

Miani e Ambrosini hanno incontrato l’altro giorno anche le imprese che stanno costruendo gli impianti del Mose, Abb e Siram. Comunicando l’intenzione di utilizzare la stessa procedura, cioè il taglio dei crediti dovuti alle imprese. «Inaudito», protestano le piccole imprese, «non ci pagano i lavori già fatti e ci chiedono anche di pagare danni per una gestione a cui non abbiamo partecipato».

Un groviglio che si complica. Ieri mattina nel corso della riunione del Cta, il Comitato Tecnico scientifico delProvveditorato, la provveditora Cinzia Zincone ha apertamente polemizzato con la commissaria Spitz. Nel corso di un’intervista con la trasmissione Report, Spitz ha sostenuto che i soldi che versa al suo consulente, l’ex amministratore straordinario delConsorzio Francesco Ossola (1100 euro al giorno) non sono più di quelli che percepiscono gli esperti del Cta. «Falso», hanno detto i consulenti, la cui media si aggira ra i 5 e i 15 mila euro l’anno.

Uno dei tanti punti di frizione tra l’Ufficio del ministero delle Infrastruture e la commissaria, nominata nel 2019 dal governo Conte dopo l’acqua alta straordinaria del 12 novembre.

Da allora sono stati effettuati i test del Mose. Ma la situzione generale dei lavori non è migliorata. I cantieri sono fermi, i lavori in ritardo, la conclusione dovrà con ogni probabilità slittare rispetto alla data annunciata del 31 dicembre. Drammatica anche la situzione della manutenzione. La corrosione sott’acqua avanza, e i ritardi negli interventi hanno portato alle dimissioni per protesta dei due esperti metallurgici del Provveditorato. La polemica continua. —



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