Mose a Venezia: pronti altri sei cassoni sul fondo della laguna

VENEZIA. Sei cassoni subacquei e due grandi cassoni «di spalla». L’operazione Mose entra nel vivo anche in bocca di porto di Chioggia. E in questi giorni è cominciato l’allagamento della “tura”, l’area all’asciutto di cantiere a Ca’ Roman dove sono stati costruiti i cassoni in calcestruzzo che ospiteranno sul fondo le paratoie del Mose. Anni di lavoro, e adesso il varo. Tra 20 giorni, quando la “tura” sarà completamente allagata dal mare, i sei cassoni saranno posizionati sul fondale della bocca di porto e collegati tra loro. Nella parte anteriore - verso il mare - c’è l’alloggiamento per la paratoia in acciaio. Dietro, i fori per le cerniere che dovranno sostenere le singole paratoie. I cassoni saranno collegati sott’acqua, come già fatto al Lido e a Malamocco, da un corridoio con tutti gli impianti elettrici. I due grandi cassoni di spalla garantiranno la tenuta delle dighe e saranno ben visibili in superficie. Nuovo passo verso la realizzazione del sistema di dighe mobili, che secondo i programmi dovrebbe concludersi nel 2016.
Secondo il Consorzio Venezia Nuova i lavori sono giunti all’80 per cento del loro avanzamento. Posati i cassoni nella bocca di Lido e di Treporti - qui vista la larghezza di 900 metri del varco le dighe sono divise in due schiere da 19 e 20 paratoie, collegate al centro alla nuova isola artificiale del bacàn - in fase avanzata l’operazione anche a Malamocco. Adesso tocca a Chioggia. E come successo un anno fa a Treporti i pesanti cassoni saranno fatti galleggiare e poi sistemati sul fondo. «Operazione delicata, perché devono essere perfettamente allineati, con tolleranza di pochi millimetri», dicono i tecnici. Un panorama imponente, quello di Chioggia. Anche se la bocca di Chioggia è la più piccola e in qualche modo la più «facile».
I lavori continuano a pieno ritmo anche a Malamocco e Lido. A Malamocco quasi ultimata la nuova conca di navigazione, voluta nel 2003 dalla giunta Costa e dal Consiglio comunale per far passare le grandi navi in caso di chiusura delle barriere. Ma dieci anni dopo, la conca è già inadeguata a contenere le navi di ultima generazione. tanto che il Porto - presieduto oggi dall’ex sindaco ed ex ministro Costa - aveva chiesto di modificarla, presentando adesso il progetto del nuovo off shore, il porto in alto mare per ospitare le grandi portacontainer.
Lavori avanzati anche al Lido. Dove nel settembre scorso si sono movimentate le prime quattro paratoie, alla presenza di mezzo governo (Letta) e del presidente della Regione Zaia. Il meccanismo funziona. Ma adesso si dovrà attendere la sua messa in opera per controllare gli effetti sull’ambiente e sull’equilibrio lagunare. Nell’area dei lavori si assiste a una modifica delle correnti e della velocità dell’acqua, dopo lo scavo di nuovi canali e l’appiattimento del fondale, livellato con i cassoni in calcestruzzo.
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